Ha registrato oltre 2600 presenze nelle prime due settimane di apertura la mostra “Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri” della Fondazione Carit.
Un grande risultato per questo progetto espositivo a palazzo Montani Leoni, affermano i promotori, ideato per condividere con la comunità un’accurata selezione di quarantacinque opere provenienti dalla vasta collezione della Fondazione.
L’esposizione, curata da Anna Ciccarelli, testimonia un viaggio lungo otto secoli di creatività artistica, dalle radici Medievali, al Rinascimento fino alle avanguardie del Novecento. Attraverso quarantacinque opere viene presentato al pubblico un piccolo “Museo della memoria artistica”, un ponte ideale tra la grande tradizione rinascimentale e la ricerca contemporanea.
Il percorso prende avvio con alcune testimonianze del Trecento e del Quattrocento, con opere della cerchia di Taddeo Gaddi, prosegue poi con i maestri del Cinquecento, con dipinti provenienti dalle botteghe del Perugino e di Tiziano, nonché di mano di Luca Signorelli, testimone della grande stagione rinascimentale umbra e toscana, presente in mostra con una preziosa tavola che rivela il suo straordinario senso plastico e la tensione drammatica delle figure.
Seguono i dipinti del barocco italiano e del caravaggismo di Antiveduto Gramatica, Artemisia Gentileschi e Mattia Preti e di scuola fiamminga con Sebastian Vrancx, in cui si colgono le trasformazioni della pittura tra eleganza formale e ricerca di nuovi effetti luministici.
Il Settecento veneziano è documentato con una elegante veduta di piazza San Marco di Francesco Guardi, che apre poi allo spazio dedicato ai paesaggisti d’oltralpe come Claude Joseph Vernet, Verstappen e van Bloemen che hanno omaggiato il territorio umbro con le splendide raffigurazioni dellaCascata delle Marmore.
La sezione dedicata all’Ottocento e al primo Novecento documenta l’evoluzione del gusto borghese e del sentimento del vero, dalla pittura romantica, al realismo e all’impressionismo, fino ai fermenti del primo dopoguerra. In mostra due opere straordinarie di Alfred Sisley,riconosciuto come uno dei grandi maestri del paesaggio impressionista, e del “padre” del movimento, Camille Pissarro.
Nel nucleo di opere degli artisti del secondo Novecento, spiccano Alberto Burri e Agostino Bonalumi.
La mostra si chiude con una sezione in onore dei grandi maestri umbri o attivi nel territorio nel Novecento: Piero Gauli, Ardengo Soffici, Ugo Castellani, Umberto Prencipe, Amerigo Bartoli, Orneore Metelli e Aurelio De Felice.
Corredano la mostra una piccola galleria con i ritratti di cardinali e personaggi insigni del XVII-XIX secolo, uno splendido orologio in bronzo Luigi XVI, sculture di Vincenzo Gemitoe un’opera in ceramica del contemporaneo Piero Gauli.
L’esposizione resterà aperta fino al 1° marzo con aperture straordinarie il 31 dicembre dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, il 1° gennaio dalle ore 15 alle 19 e il 6 gennaio dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Anna Ciccarelli.













