Una marcia per la pace si è svolta in serata a Terni. Vi hanno partecipato centinaia di persone. La marcia si è snodata per le vie del centro cittadino e si è conclusa sotto la sede della Prefettura. Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dal capo di gabinetto del Prefetto, Luca Iervolino, al quale è stato consegnato un documento firmato da Europe for peace e dalle associazioni aderenti alla Coalizione Assisi pace giusta.
Il documento, nel frattempo, veniva letto anche ai manifestanti. “L’ultimo e più drammatico esempio di questa spirale distruttiva è ancora una volta il Medio Oriente – è stato detto – con l’atroce attacco di Hamas che ha provocato più di 1.200 vittime e più di 200 persone sono state prese in ostaggio, con stupri di guerra sulle donne israeliane. Ne è conseguito l’assedio della striscia di Gaza da parte del governo israeliano con bombardamenti a tappeto uccidendo 24 mila palestinesi, inclusi bambini, donne e anziani. La distruzione di ospedali, scuole, presidi delle Nazioni Unite. Il taglio del rifornimento di carburante, cibo, acqua, assistenza sanitaria. Una escalation di crimini di guerra che condanniamo e che devono essere fermati immediatamente per affrontare politicamente e culturalmente le cause che li hanno determinati, applicando il diritto internazionale, il diritto di autodeterminazione di entrambi i popoli, come riconosciuto dalle risoluzioni delle Nazioni Unite”.
“Chiediamo nuovamente a reti, movimenti, associazioni, sindacati, parrocchie, comitati locali, di mobilitarsi insieme nelle piazze italiane per ribadire il NO a tutte le guerre – è stato l’appello finale – e il NO al riarmo, per costruire un mondo di pace, di sicurezza e di benessere per tutte e per tutti. Per chiedere alle istituzioni italiane ed europee di scegliere la via della pace”.
Successivamente ha preso la parola Alì Rachid, già primo segretario dell’ambasciata palestinese a Roma. “Grazie di avermi invitato a parlare a nome dei palestinesi che hanno perso la voce e non sono stati in grado di comunicare la lo storia – ha detto Rachid – la loro situazione e le condizioni disumane in cui vivono e che risalgono a molto prima del 17 ottobre (giorno dell’attacco di Hams, ndr). La guerra ci ha fatto vedere com’è oggi la situazione in Palestina, abbiamo visto tutti come Israele distrugge le città, uccide le persone e viola tutte le risoluzione dell’ONU, viola ogni forma di diritto. In modo deliberato – ha aggiunto – sono stati distrutti gli ospedali e non si può dare assistenza sanitaria ai 60 mila feriti. È un popolo, quello palestinese, con le spalle al muro. Ma ciò che avviene oggi è un incidente di percorso o è una storia che si è ripetuta in tutti questi 75 anni? Non so perché a qualcuno piace farla iniziare il 17 ottobre, in realtà è una storia che viene da molto lontano e che ha l’obiettivo di espellere i palestinesi dai loro territori. Bisogna fermare subito questa guerra, stiamo parlando di un genocidio”.