Piove poco, pochissimo, e i telegiornali sono pieni dei lamenti, giustificati, degli agricoltori, che non hanno più la consueta quantità d’acqua per l’irrigazione. Una situazione che non sembra dover passare per adesso. Per la Coldiretti, una delle soluzioni sarebbe quella della realizzazione di piccoli laghi a mezza collina, con l’invaso da adoperare nei momenti critici. Ma, sorpresa, Terni, è davvero avanti, dal momento che ne ha addirittura tre, costruiti dal Consorzio di Bonifica del Tevere/Nera lungo le pendici della collina di San Gemini, a Quadrelletto, Valleantica, tutte opere realizzate senza cemento, in conche naturali. Risultato: “Nella Conca vengono ininterrottamente innaffiati ben ottocento ettari di coltivazioni, in particolar il mais, senza che la siccità faccia la sua azione nefasta”. L’ingegner Marrone ne cura la manutenzione per conto del Consorzio: “Adoperiamo l’acqua del Fosso Sersimone: quando le vacche sono grasse, pompiamo il prezioso liquido nei laghetti. E poi aspettiamo. Se non dovesse servire, l’acqua la lasciamo lì, ma in questi ultimi tempi viene adoperata sino all’ultima goccia. Per cascata riusciamo a spanderla per l’intera Conca Ternana”. Questa azione di previdenza ha fatto la differenza: a Terni la parola siccità non mette in ambasce più di tanto. Dice ancora l’ingegner Marrone: “Siamo alla prese con la realizzazione di altri mininvasi, questa volta da alimentare con la sola acqua piovana, per trattenerla tutta, sino all’ultima goccia per poi trasformarla a sostegno dell’agricoltura”. L’azione del Consorzio di Bonifica viene vista con grande attenzione anche dalla Coldiretti Umbria, la confederazione guidata da Albano Agabiti, che vede proprio nei laghetti una soluzione importante da adoperare da subito e portare anche in altri territori dell’Umbria.
La continua infrastrutturazione della Conca Ternana ha realizzato di fatto un territorio di grande qualità dal momento che nemmeno una goccia di quanto arriva dal Cielo viene sprecata, perché quello che non viene adoperato in agricoltura, va direttamente negli invasi idroelettrici e quindi dopo un po’, diventa energia elettrica, che è utilissima anche per operare il sollevamento dell’acqua sino agli invasi di mezza costa. Come dire un circolo “virtuoso” che si spera possa aumentare di quantità per coprire anche altre coltivazioni.