Cultura della legalità, lotta alla criminalità, lavoro, rispetto delle regole, dignità delle persone, memoria, rapporto tra generazioni. C’è tutto questo, e altro ancora, nel il docu-film della durata 52 minuti , “Terre rosse”, realizzato dal regista David Fratini e prodotto da LiberEtà in collaborazione con lo Spi Cgil nazionale, che racconta in presa diretta le esperienze vissute dai volontari, giovani e anziani, nei campi della legalità promossi da Arci e Libera, in collaborazione con Cgil, Spi Cgil, Flai Cgil, la Rete degli studenti medi e l’Unione degli universitari, nei terreni e nei beni confiscati alle mafie.
La proiezione in anteprima del film è avvenuta lo scorso 20 giugno alla Casa del jazz di Roma, proiezione alla quale hanno partecipato il vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, il segretario generale dello Spi, Ivan Pedretti, il responsabile legalità della Cgil di Palermo, Dino Paternostro, e il giornalista, Paolo Borrometi, che vive sotto scorta per i suoi articoli contro la mafia.
Secondo la vicepresidente del Senato, Fedeli, «il film evidenzia in maniera molto precisa il rapporto tra generazioni. Le vecchie generazioni devono saper guardare alle nuove con occhi diversi, senza imporsi, ma con la capacità di ascolto e di costruire le relazioni. Mettere a disposizione sapere, conoscenze e memoria come fa lo Spi è molto efficace perché lascia alle nuove generazioni lo spazio per ascoltare e scegliere di trasformarlo in un’azione nuova».
Per Ivan Pedretti , «noi dobbiamo far conoscere il più possibile questo film e non limitarci a fare iniziative in luoghi chiusi, ma dobbiamo andare nel territorio, dove ci sono le persone in carne e ossa. Perché l’illegalità si combatte facendosi vedere, stando sul campo».
Il regista ternano, Fratini, che nel frattempo continua a ricevere premi con il suo corto “Chi fa Otello?” del 2014, è anche autore della sceneggiatura del documentario e si è occupato anche della produzione esecutiva, la fotografia e il montaggio sono state curate da Giuliano Felici e le musiche sono di Alessandro De Florio e Riccardo Diomedi.