Un numero verde regionale (800.410.902) per ascolto e consulenza, riorganizzazione dei servizi sanitari per la presa in carico di giocatori patologici e loro familiari, formazione di operatori e volontari, attività di promozione della salute nelle scuole, corsi di formazione obbligatori per addetti ai locali da gioco, avvio di una campagna di comunicazione per la sensibilizzazione dei cittadini, un marchio “No Slot” per esercizi commerciali liberi da apparecchi per il gioco: sono queste le principali azioni realizzate in Umbria, tra il 2016 e il primo trimestre 2017, per la prevenzione e il contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo patologico. Lo rende noto l’assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, secondo quanto emerso dal monitoraggio annuale effettuato per verificare l’applicazione e l’impatto delle misure previste dalla legge regionale n. 21/2014 contro la ludopatia.
“Il numero verde – evidenzia Barberini – è stato attivato nel marzo 2016, come servizio associato al Centro di riferimento regionale per il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo problematico, istituito nel 2014 presso il Dipartimento dipendenze della Usl Umbria 2 a Foligno. In un anno sono state 89 le chiamate effettuate, di cui 50 direttamente dal giocatore, 37 da familiari o amici e 2 da associazioni. Dei 50 giocatori che hanno chiamato 35 sono maschi e 15 femmine, 22 sono umbri, 26 di fuori regione e 2 non qualificati. La maggior parte hanno tra 40 e 49 anni, seguono giovani fra 20 e 39 anni e persone fra 50 e 60 anni. Dati che dimostrano come la ludopatia sia un fenomeno diffuso e trasversale. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze, si stima infatti che in Umbria siano circa 10mila le persone con profilo di gioco problematico: il 5,6 per cento della popolazione fra i 15 e i 74 anni. Un dato in linea con la media nazionale, che nel 2015 ha visto gli umbri spendere circa 1.029 milioni di euro nei giochi autorizzati dai Monopoli”.
“Un altro elemento significativo – aggiunge l’assessore umbro – riguarda proprio gli esercizi commerciali umbri autorizzati a detenere apparecchi per il gioco d’azzardo lecito, diminuiti del 7,9 per cento in dieci mesi: mentre a maggio 2016 erano 1.397 (1.054 nella provincia di Perugia e 393 in quella di Terni), a marzo 2017 ne risultavano 1.286, con una diminuzione di 111 unità su tutto il territorio regionale. Non è possibile dire, con certezza, che cosa abbia determinato questo cambiamento ma è evidente che dopo le misure introdotte contro la ludopatia è aumentato, in tutta la comunità regionale, il livello di attenzione verso questo fenomeno”.