Nella giornata di ieri, 11 febbraio, sono stati notificati gli avvisi di conclusione d’indagine a tre soggetti di cui due detenuti nel carcere di Terni, M.N. di 39 anni e R.A. di 32 anni, nonché ad altro soggetto di origine pugliese P.G.T. di 29 anni , per delitti legati al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante di averli effettuati in carcere.
Infatti nel mese di Settembre 2018, il personale di polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Terni, nell’ambito delle attività di contrasto all’introduzione di sostanze stupefacenti all’interno degli istituti penitenziari e, nello specifico, durante le operazioni di controllo dei pacchi postali ricevuti dall’esterno, ha eseguito il sequestro a carico del detenuto M.N. appartenente al sodalizio criminale “Sacra Corona Unita” clan Strisciuglio di 119,5 grammi lordi di sostanze stupefacenti del tipo “hashish” pari a 334 dosi medie singoli, un telefono cellulare di piccole dimensioni (pari ad un tappo di una penna), 4 sim card e 3 micro sd.
Tale risultato è stato il frutto di una intensa attività di indagine avviata dalla polizia penitenziaria, già da molto tempo.
Per quanto concerne gli stupefacenti verifiche a campione, effettuate su taluni soggetti detenuti, avevano consentito di rilevare a carico di alcuni di essi la positività all’uso di tali sostanze, ovvero avevano fornito segnali inconfutabili tali da far ipotizzare l’uso di narcotici.
Quanto rinvenuto era stato ben occultato, difatti il telefono era ben nascosto all’interno di una confezione integra di taglia capelli che era stato opportunamente modificato. La sostanza stupefacente, sminuzzata in nove dosi celate in pezzi di formaggio a pasta dura, accuratamente intagliato.
Il pacco postale era stato recapitato dall’Ufficio Postale di Bari ed era indirizzato ad uno dei soggetti ristretti, per conto dell’altro detenuto, tutti appartenenti sodalizio criminale, Strisciuglio.
Il Commissario Coord. Fabio GALLO, Comandante del Reparto della Polizia Penitenziaria, si è complimentato con il personale dell’istituto che, nonostante i considerevoli carichi di lavoro, riesce a dare sempre prova di efficacia ed efficienza nel contrastare tale fenomeno che rappresenta certamente un vulnus all’interno di tutti gli istituti penitenziari italiani.
Il Comandante Gallo ha poi ribadito che “ci si trova spesso di fronte a situazioni di questo tipo nelle quali risulta impossibile abbassare i livelli minimi di attenzione, anzi tutto ciò deve portare a spronare ognuno di noi nel promuovere maggiori e più elevati standard di osservazione che permettano di fronteggiare non solo la tecnologia avanzata che progetta apparecchiature sempre più sofisticate e ridotte nelle dimensioni come quelle dei telefoni cellulari, ma che consentano anche di sperimentare nuove e continue intuizioni che possano anticipare le mosse di occultamento delle sostanze.”
L’indagine è stata diretta dal PM, Marco Stramaglia e coordinata dal comandante, Fabio Gallo.
In queste ultime ore, nell’ottica di continuità dell’attività di prevenzione svolta dal reparto di polizia penitenziaria, durante le operazioni di perquisizione straordinaria, con l’impiego di un cospicuo contingente di agenti, sono stati rinvenuti n. 4 telefoni cellulari di piccole dimensioni riposti addosso ai detenuti, e celati nelle proprie stanze detentive.