La risposta di Trenitalia alle richieste della regione Umbria è “del tutto insoddisfacente. La Regione Umbria ha avanzato al Gruppo FS una pluralità di proposte operative volte a ridurre i disagi per l’utenza del sistema di trasporto ferroviario umbro. In particolare è stato richiesto di prevedere un meccanismo di agevolazioni tariffarie per i viaggiatori pendolari che da una parte riducesse il loro esborso mensile almeno nel periodo di massimo disagio, dall’altra consentisse di accedere anche a convogli non ricompresi nei loro abbonamenti senza aggravio di costi, vista la consistente riduzione dell’offerta ferroviaria complessiva.
Tale meccanismo avrebbe potuto contare sul finanziamento della Regione Umbria con una necessaria compartecipazione da parte di Trenitalia”.
A dirlo è l’assessore con delega alla mobilità e ai trasporti, Francesco De Rebotti.
“Nessuna disponibilità alla compartecipazione finanziaria rispetto alla agevolazioni tariffarie – aggiunge De Rebotti – e tanto meno ad accogliere i pendolari in convogli di classe superiore a quella dei loro abbonamenti”.
Tutto ciò alla luce della prevista deviazione sulla linea lenta dei treni che non raggiungono i 200 Km. orari (come i treni regionali).
“Esclusiva ‘concessione’ è quella di accettare i pendolari umbri su itinerari più lunghi rispetto alla soluzione ottimale senza aggravio di costi (per andare da Perugia a Roma si può quindi passare da Terontola invece che per Foligno-Terni-Orte). La beffa finale è, oltretutto, che lo stesso operatore richiede alla Regione Umbria il pagamento dei disservizi, ossia vorrebbe addebitare ai contribuenti umbri i servizi autobus sostitutivi dei treni che vengono soppressi, per un ammontare di quasi un milione di euro. Rigettiamo la richiesta – conclude De Rebotti – ricordando che, già in epoca non sospetta, le Regioni, nell’ambito della conferenza unificata, hanno evidenziato di non poter sopportare il carico derivante dal finanziamento dei servizi sostitutivi dovuti ai lavori PNRR e che gli stessi dovevano essere sostenuti da RFI stessa con finanziamenti europei. La misura sembra colma. Abbiamo dato mandato ai nostri uffici di verificare la materia nella sua complessità, considerando e controllando quindi, i termini del contratto di servizio siglato, al fine di tutelare i legittimi interessi dei cittadini umbri”.