In merito alla decisione annunciata dal Comune di Terni di uscire dal sistema regionale del Trasporto Pubblico Locale, l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Enrico Melasecche, interviene, come aveva anticipato, esponendo punto per punto le prime valutazioni tecnico-giuridiche.
DI ENRICO MELASECCHE
1) Indizione della gara del TPL e cessazione del regime degli atti d’obbligo
La materia è enormemente complessa ed il lungo iter intrapreso da questo assessorato tre anni or sono è finalmente prossimo alla chiusura. Il problema è stato trattato in questa legislatura in centinaia di atti e di articoli di stampa. Appare incredibile che la nuova amministrazione di Terni lo scopra improvvisamente e faccia carico di questa situazione, in estrema confusione, proprio a questa Giunta regionale che lo ha denunciato più volte tre anni e mezzo fa e soprattutto ha posto in essere una serie di procedure molto complesse per porvi rimedio.
Trattare argomenti del genere con notevole faciloneria dimostra di non avere una minima idea di ciò che è stato fatto e si sta facendo. Anzi, per essere chiari fino in fondo, mentre molti altri Comuni hanno già provveduto a trasferire il proprio contratto all’Agenzia regionale, è proprio il Comune di Terni, per vicende del passato remoto mai risolte con Umbria Mobilità, a ritardare l’iter complessivo della gara. Solo la definizione dell’accordo con le banche per trattare il piano di rientro dal debito, piuttosto che la dichiarazione di fallimento, ha comportato oltre un anno di lavoro estenuante.
Pertanto si respinge con sdegno ai mittenti qualsiasi addebito di ritardo in merito alla situazione di proroga del regime di atti d’obbligo ancora per poco vigente che non si può porre come alibi per isolare il trasporto del comune di Terni da quello regionale.
La situazione del trasporto pubblico in Umbria alla fine del 2019, quando si è insediata la nuova Giunta regionale, era a dir poco drammatica, con una situazione debitoria spaventosa ed un servizio di trasporto pubblico locale (TPL) che perdeva più di 15 milioni di euro l’anno.
Ora, proprio per l’azione di forte trasparenza e riorganizzazione posta in essere da questa Giunta, stiamo salvando la società Umbria Mobilità dal fallimento e irrobustendola dopo averle assegnato le funzioni di Agenzia Unica per la Mobilità. È stata espletata una prima gara per l’individuazione dell’advisor, predisposta da zero tutta la documentazione per la gara del TPL a partire dal nuovo Piano dei Trasporti, per poi arrivare al programma di esercizio di ciascun Comune.
Nel frattempo è stata ricostituita quasi completamente la compagine del Servizio Infrastrutture e Trasporti, decimata da pensionamenti e anche da trasferimenti dovuti al disamoramento che le complesse vicende, pure giudiziarie, degli ultimi quindici anni hanno causato fra gli stessi funzionari. Questo enorme lavoro, al netto dello stop subito per la pandemia, è giunto ormai al termine ed entro dicembre 2023 la Regione farà partire il bando per il nuovo TPL. Si invita quindi ad approfondire temi così delicati prima di lanciare accuse destituite di qualsiasi fondamento.
2) Rischio economico conseguente alla perdita del risparmio fiscale
Il cambio di idee repentino del Comune di Terni, privo di concrete motivazioni tecniche, rispetto alla gara giunta ormai a completamento, cambio espresso con l’annuncio della relativa delibera di Giunta comunale, non consentirebbe alla Città di Terni il risparmio fiscale del 10% dell’IVA, garantito dalla gestione unitaria dell’Agenzia Regionale. Inoltre metterebbe in difficoltà tutte le altre amministrazioni comunali, comprese quelle della provincia di Terni, in quanto sarebbe necessario rivedere l’intera architettura del bando in corso di definizione (ridefinizione dei lotti, dei costi di esercizio, ecc.), aspetto che rileva un atteggiamento ostruzionistico e di rottura anche nei confronti degli altri Comuni dell’Umbria, generando un danno che verrà necessariamente valutato nelle sedi competenti. La cosa originale è che tale decisione, unitamente al comportamento dilatorio del Comune, è causa di ulteriori ritardi nel processo in corso, in evidente contraddizione rispetto alla necessità del superamento urgente degli atti d’obbligo.
3) Rischio tecnico e danno organizzativo
Un piccolo lotto di servizi gestito autonomamente da parte del Comune di Terni rispetto alla gara complessiva regionale avrebbe le stesse enormi difficoltà connesse all’organizzazione della gara regionale. Sarebbe da attivare, infatti, nel pieno rispetto delle vigenti norme e delle procedure codificate che obbligano a rapportarsi ripetutamente con un proprio advisor, da individuare con gara, oltre all’ART (Autorità di Regolazione dei Trasporti), con i Sindacati e con tutti gli attori del settore come ha già fatto questo Ente. Non solo, la Regione integra il Fondo Nazionale Trasporti con il proprio bilancio per consentire al sistema del TPL regionale un equilibrio fra domanda e offerta, una forte futura digitalizzazione e un migliore livello quanti-qualitativo di cui tutti i comuni usufruiranno. Non si comprende bene se il Comune, uscendo dal sistema regionale, intenda ancora usufruire dei vantaggi che questo offre.
4) Gestione decentrata: rischio perdita risorse del Fondo Nazionale Trasporti
Le risorse per la gestione dei servizi di TPL, come noto, provengono prevalentemente dal Fondo Nazionale Trasporti e la loro erogazione è condizionata dal rispetto di percentuali di efficienza ed efficacia da raggiungere (standard trasportistici), dettate dallo Stato, che sarebbe ancor più difficile da perseguire qualora si addivenisse ad un decentramento della gestione dei servizi di TPL. Questa Giunta sta ancora pagando a rate una penale di circa 6 milioni di euro comminata nell’anno 2016 proprio per queste ragioni. Ciò potrebbe comportare anche una riduzione delle risorse per il trasporto pubblico locale destinate all’Umbria, i cui effetti occorrerà valutare a carico di chi sarebbe corretto far ricadere.
5) Applicazione delle procedure previste dalla DGR 1295 del 07/12/2022
Con tale delibera sono stati approvati i criteri per la ripartizione della quota del Fondo Regionale Trasporti destinato ai servizi di TPL urbani per l’anno 2023 e seguenti. Se il Comune di Terni dovesse decidere di gestire in autonomia i propri servizi, potrebbe essere costretto a rimodulare al ribasso la quantità dei servizi offerti ai cittadini o, alternativamente, innalzare la propria quota di contribuzione per il servizio trovando risorse aggiuntive.
6) Servizio scollegato dal resto delle tratte regionali e intercomunali
Se il Comune di Terni intende fare una gara in modo autonomo, senza raccordarsi con il TPL regionale gestito in ambito provinciale, rischierebbe di fornire servizi scadenti in quanto non ci sarebbe la giusta sinergia tra corse urbane ed extraurbane, con la separazione di due diversi vincitori rispettivamente per i servizi minimi e per quelli aggiuntivi, portando ad una notevole confusione nei servizi urbani eserciti da due gestori diversi, peraltro con possibile duplicazione dei costi per tratte coperte dal doppio servizio.
7) Revoca della Delibera di adesione al protocollo d’intesa
L’amministrazione comunale di Terni forse dimentica che, in esito alla delibera di adesione al protocollo di intesa, è intervenuta già la firma dello stesso e pertanto si è definitivamente consolidata la manifestazione di volontà del Comune su cui necessariamente gli uffici regionali hanno fin qui fatto conto, decisione che fa sorgere diritti e doveri in capo allo stesso, per cui l’amministrazione comunale si espone alle penali ivi previste, al pagamento dei danni, con le conseguenze relative.
8) Parco del materiale rotabile
Gli autobus finanziati dalla Regione hanno un vincolo di destinazione a favore della stessa ed occorre valutare quali e quanti siano gli autobus che rimangono nella disponibilità del Comune. Pensa il Comune di iniziare un percorso di questa complessità disponendo solo di alcuni autobus finanziati direttamente dai fondi ministeriali allo stesso Comune?
9) Disposizioni della L.R. 37/98 e s.m.i.
Il Comune può fare una gara autonoma per i “servizi aggiuntivi” su cui ha una totale autonomia, ma la legge regionale 37 del 1998, art. 19-bis assegna esplicitamente all’Agenzia Unica per la Mobilità il compito di procedere alla effettuazione della gara regionale per i “servizi minimi” che poi sono la quasi totalità, finanziati questi dal Fondo Nazionale Trasporti tramite la Regione. Non solo, in seguito alle numerose interlocuzioni avvenute in questi mesi tra gli uffici tecnici comunali e l’Agenzia, sono stati raggiunti accordi sia in ordine agli investimenti in infrastrutture di ricarica sia in ordine alla tipologia e alla consistenza della flotta autobus che sarà posta a disposizione dei gestori una volta esperita la gara. Saltando questo percorso, sul Comune ricadono costi notevoli ed ulteriori da coprire.
Conclusioni. Se il Comune di Terni intende porre in essere quanto dichiarato dal vice sindaco in modo perentorio faccia ciò che crede. La Regione esprime chiaramente la propria contrarietà, in difesa degli interessi dei cittadini di Terni e di tutti gli altri comuni dell’Umbria. È però fondamentale che tutti siano consapevoli della situazione reale.
Riteniamo sia doveroso impostare l’azione politica ed i rapporti istituzionali su basi di correttezza, verità, trasparenza e rispetto, in una logica per quanto possibile di coesione regionale a vantaggio di tutti, perché la demagogia e il separatismo non ha mai portato fortuna ad alcuno. Il dialogo è l’unico metodo che porta risultati. Ho dato per questo la mia disponibilità, invitando il Sindaco ad una serie di confronti pubblici diretti e concreti sui problemi principali di Terni, gli stessi che abbiamo con gli altri Comuni, in un rapporto positivo e costruttivo perché la politica dei dispetti ha il respiro corto e le gambe cortissime.
Una prima risposta è giunta direttamente dal Sindaco che, in uno dei tanti video che diffonde sui social, si meraviglia sostanzialmente del fatto che l’Assessore Regionale ai Trasporti tratti una materia di diretta competenza Regionale. Esiste una Repubblica Italiana ed una Regione dell’Umbria con le proprie leggi da cui, piaccia o meno, nessuno può prescindere.