All’incontro previsto per il 24 gennaio al MISE i dirigenti di Jindal non si sono presentati ma questa mattina hanno avviato le procedure la chiusura dello stabilimento di Battipaglia.
Lo riferiscono fonti sindacali.
Mentre il Ministero dello sviluppo economico sta lavorando con i sindacati per costituire un tavolo con l’azienda indiana, dove si possa finalmente discutere del futuro dei lavoratori Treofan italiani, l’azienda ha inoltrato alle organizzazioni sindacali e alla rsu di Battipaglia l’avvio di procedura di cessazione delle attività produttive chiudendo lo stabilimento.
É accaduto tutto nel volgere di poche ore, questa mattina nello stabilimento campano è arrivato un gruppo di guardie giurate a presidiarlo, senza che i vertici italiani e di Battipaglia fossero informati di nulla.
Poco dopo l’azienda informava che nella giornata odierna avrebbero inviato la procedura di chiusura dello stabilimento di Battipaglia; subito dopo è arrivata una lettera dei vertici di Treofan- Jindal, nei confronti di tutti i lavoratori Italiani del gruppo in cui si descrive la decisione come “necessaria a salvaguardare il futuro della società”.
Dal documento aziendale si evidenzia: “ la mission è quella di realizzare con successo l’integrazione delle due società”. Questo non è mai stato concordato con i sindacati in nessun confronto, l’azienda aveva già predeterminato la chiusura di una unità produttiva!”
Inoltre, mentre si chiude Battipaglia — avvertono i sindacati – continua lo svuotamento di ordini del prodotto di punta dallo stabilimento di Terni.
“Tutto ciò è inaccettabile – sostengono Filctem – Femca e Uiltec – non tollereremo oltre, le angherie della società indiana, la prossima settimana avvieremo piu energiche manifestazioni dei lavoratori del gruppo individuando anche un presidio sotto l’ambasciata Indiana.
Ci aspettiamo un vigoroso intervento del governo italiano nei confronti dell’india, per il grave strappo di relazioni istituzionali prodotto dalle azioni del gruppo Jindal.
A questo punto non è piu rinviabile una convocazione urgente da parte del Mise per discutere in quella sede il piano di cessazione delle attività avviato dal gruppo Treofan-Jindal.”