“Ai piedi dei monti: il paesaggio e i beni culturali nella fascia pedemontana della valle ternana tra degrado e ipotesi di valorizzazione”. Era questo il titolo del primo incontro in programma sabato scorso nella sala del museo capitolare e diocesano di via XI Febbraio, a Terni, introdotto da Vanna Ugolini.
Un confronto utile alla valorizzazione della fascia pedemontana della valle ternana da Rocca San Zenone a Cesi, con le sue ville, i luoghi di culto, gli antichi percorsi. E, purtroppo, le sue rovine, in un quadro di grande bellezza.
Una valle che – come ha detto Mons. Claudio Bosi, direttore dei beni culturali della diocesi di Terni – dovrebbe tornare a incantare non solo i visitatori, come accadeva ai tempi del Grand Tour, ma i suoi stessi abitanti.
““La nostra città, noi ternani abbiamo un urgente bisogno di bellezza”, ha affermato Maria Cristina Locci del Gruppo Archeologico DLF.
Un bisogno urgente condiviso dagli oltre cento partecipanti all’iniziativa che ha messo in evidenza una grande attenzione da parte della città e di molti soggetti e associazioni (Ufficio diocesano per i beni culturali, Cai, Terni Città Futura, Stefano Zavka, Vagabondi della Valnerina) sui temi della tutela del paesaggio. Si può dire che attraverso queste associazioni nasce una vera e propria rete a tutela del paesaggio e della bellezza nella valle ternana
Grazie alle relazioni di Michele Zacaglioni (che ha parlato dei vincoli paesaggistici, della definizione del paesaggio), di don Claudio Bosi e di Andrea Cristofari (che hanno preso in esame gli edifici di culto), di Michele Rossi, Giovanni Castellini Rinaldi e di Francesco Canali (che hanno descritto la situazione delle ben 45 dimore storiche della fascia pedemontana, soffermandosi sulla triste storia di Villa Palma), di Paolo Leonelli (che ha illustrato lo sfacelo in cui versa attualmente buona parte del convento di Colle dell’Oro e la scarsa attenzione prestata alle antiche fortificazioni di penna San Giovanni, di Cesi e di Rocca San Zenone) e di Felice Triolo (che ha parlato degli antichi percorsi di media montagna in gran parte scomparsi), la platea ha potuto farsi un’idea della vastità del patrimonio culturale e paesaggistico a pochissimi chilometri dalla città, appena sopra la valle ternana.
Per questo – hanno concluso Michele Rossi e Gian Luca Diamanti – occorre continuare a parlare del paesaggio ternano, della sua percezione da parte degli abitanti della città, del ruolo che esso potrà giocare nello sviluppo futuro dei nostri luoghi. E’ perciò fondamentale in primo luogo prenderne consapevolezza, attraverso il confronto con tecnici, studiosi, appassionati, poi recuperare l’orgoglio di appartenere a questo territorio, quindi assumersi la responsabilità, ognuno secondo le proprie possibilità, per la sua tutela e la valorizzazione. In questo senso molto dipenderà dall’interlocuzione che la rete di associazioni e di cittadini che si sta creando anche grazie a questi incontri riuscirà a porre in essere con le istituzioni locali e con la Sovrintendenza. Qualsiasi progetto di recupero e valorizzazione non potrà infatti prescindere dalla partecipazione di tutti coloro che hanno a cuore il paesaggio e la bellezza come elementi fondanti della nostra comunità.