Arriverà anche a Terni un ospedale da campo, frutto della collaborazione con l’Esercito Italiano: sarà posizionato nella parte retrostante del complesso del Santa Maria, negli spazi che sono ancora disponibili. Necessario. Ma anche per non farsi staccare da Perugia, che il suo bello ospedale militare lo ha già in funzione: la situazione è drammatica e tutto serve per alleviare le condizioni dei pazienti malati di covid.
Ma a guardare indietro ci si può anche ricordare di quando, nell’”altra” pandemia, quella della primavera, la Banca d’Italia, spendendo tre milioni di euro sonanti, aveva regalato un ospedale da campo alla Regione dell’Umbria, che doveva servire per l’emergenza. Grande inaugurazione, discorsi di stima e collaborazione. Poi, complice l’abbassamento della guardia, l’ospedale era stato messo in un qualche capannone, pronto ad essere ripreso in caso di necessità. Forse questa della seconda pandemia era davvero una necessità e quindi poco si comprende perché ci si debba rivolgere all’Esercito Italiano, quando dovrebbe esserci pronto un ospedale che, tra l’altro, senza essere adoperato, rischia di rovinarsi.
Una ragione ci sarà di sicuro, e sarà pure valida. Al cittadino però, senza alcuna polemica, sfugge.