Un cinema. Cose mai viste in una riunione di un consiglio comunale, provinciale o che dir si voglia. E quando si è visto mai che il presidente dell’assemblea, che dovrebbe essere super partes si permette di sostenere che la proposta di una parte è preferibile a quella dell’altra parte? Eppure è accaduto al consiglio comunale di Palazzo Spada di lunedì 25 marzo 2019. E quando si è visto mai che attorno ad una delibera s’inneschi una specie di partita di calcio con cinque o sei squadre contemporaneamente in campo e tutte alla caccia dello stesso pallone: chi spinge di qua, chi spinge di là e chi butta la palla in tribuna, ma quelli gliela ributtano giù. Ebbene: si è visto anche questo.
La delibera in questione è quella che riduce sensibilmente per il Comune i costi del servizio di trasporto pubblico per i disabili. Spiega l’associazione Aladino Onlus: chi usufruisce del trasporto deve pagarlo subito al gestore del servizio e la stessa cosa deve fare il tutore che, ovviamente,viaggia insieme al disabile. Poi, successivamente, con dei voucher sarà restituita la somma spesa, restando in una forbice che va dai 75 ai 130 euro a seconda del reddito Isee della famiglia. La riduzione dei costi sta nel fatto che finora si sono spesi 270 euro mensili a disabile. Si scende della metà e si conta molto, in sostanza, sulle capacità di reddito delle famiglie, come se il problema dei servizi ai disabili fossero dei singoli e non della collettività,
Insomma: i familiari dei disabili sono intervenuti alla riunione del consiglio comunale, nello spazio riservato al pubblico. Insieme a loro alcuni dei lavoratori del servizio i quali perderebbero il posto. “Non si può non tener conto anche dei posti di lavoro che si tagliano – spiega Valentina Porfidi della Cgil – Si vorrebbe far conto solo sui volontari buttando a mare anche una serie di professionalità”. Per dire che i volontari sono da considerare per tutto quel che fanno di bene, ma poi il servizio potrebbe presentare qualche crepa.
L’argomento trasporto pubblico disabili non era all’ordine del giorno e la riunione del consiglio comunale si è avviata come se nello spazio riservato al pubblico non ci fosse nessuno. E’ così che l’opposizione, prima il rappresentante di Senso Civico Gentiletti, poi il Pd con Filipponi e De Angelis, e i Cinquestelle con Valentina Pococacio, chiede che – visto che c’è già presentata un’interrogazione sulla questione – si dia una risposta immediata. La maggioranza però ha un’altra idea e il capogruppo di Fratelli d’Italia Masselli, presidente di commissione, propone invece che della faccenda ci si occupi – appunto – in commissione consiliare ma non in aula. Un’idea quest’ultima che trova l’incondizionato favore del presidente Ferranti motivo per cui gli animi si accendono, ci si scambia accuse (le solite), la temperatura nell’aula sale. Stanno lì i diretti interessati: perché non spiegar loro subito come funziona la faccenda visto che si assicura che il diritto non viene intaccato, ma semmai solo razionalizzato? Eppure no. Ferranti mette ai voti la proposta del consigliere Masselli: 18 sì, quelli di tutta la maggioranza; quindi si andrà in commissione. Sale la protesta, fino a che Valentina Pococacio propone che sia l’assessore a mettersi una mano sul cuore e prenda la parola ugualmente rasserenando i familiari dei disabili, che applaudono a scena aperta la consigliera dei Cinquestelle, così come hanno fatto prima con Gentiletti e con i rappresentanti del Pd.
Nella giunta si assiste ad uno “spiazzamento”, si confabula, si chiede il soccorso di rappresentanti delle forze politiche che stanno lì, a Palazzo Spada. Si va avanti per un po’: che famo che non famo… Alla fine si decide: l’assessore ai servizi sociali Cecconi, il sindaco Latini e il vicesindaco Giuli incontreranno subito i familiari nell’aula della maggioranza. E si avviano. Ma i familiari non si contentano dell’aglietto, non ci stanno, non entrano nella sala attigua all’aula consiliare. “Stiamo tutti in questo posto, parliamone qui” dicono. Il sindaco cerca di mediare e di riportare la calma. Cecconi è irremovibile, ma alla fine prende la parola dallo scranno e spiega che parlarne in commissione offre ai contestatori le stesse garanzie. Certo passerà qualche giorno. Ma intanto? “Intanto – di nuovo Pococacio – la delibera venga sospesa”. Altro applauso. Giunta irremovibile. Poi il colpo di scena: il capogruppo della Lega, Cristiano Ceccotti, s’alza e a nome dell’intera maggioranza chiede che sì, la delibera sia congelata, “ma non perché andiamo a caccia di consensi”, aggiunge. E chi l’avrebbe pensato mai. La maggioranza, quella che aveva votato poco prima in appoggio pieno alla giunta e all’assessore Cecconi, cambia posizione e alla fine, in sostanza, la delibera è proprio sospesa. Poi se uno è Cecconi, non si incacchia?