Il Nucleo specializzato dei Carabinieri Forestale dell’Umbria ha smantellato un’organizzazione ben radicata nel territorio regionale dedita alla vendita illegale di uccelli da richiamo.
Ai responsabili è stata contestata la pratica illegale dell’uccellagione, espressamente vietata dalla legge sulla caccia, che consiste nell’intrappolare e catturare in natura uccelli idonei alla vendita come richiami vivi, particolarmente ricercati per la caccia da appostamento.
Il filone delle indagini è partito da un controllo effettuato presso un allevatore di Torgiano; da subito sono emerse contraffazioni degli anelli identificativi apposti sulle zampe degli uccelli sia per dimensione, forma e la non corrispondenza degli anelli con l’età degli esemplari e con i disciplinari stabiliti dal Foi (Federazione Italiana Ornicoltori).
Il controllo è stato effettuato congiuntamente agli esperti ornitologici dell’Ispra (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) e ai servizi veterinari competenti e da subito, venivano configurati ipotesi di svariati reati previsti dal codice penale.
Nelle voliere del punto venedita sono stati trovati circa 130 uccelli di specie allodola, tordo sassello, cesene e merlo con anelli identificativi contraffatti. Terminato il controllo del punto vendita l’attenzione dei militari si è spostata alle voliere dell’allevamento dove si rinvenivano delle stesse specie altri 900 uccelli invece privi di marcaggio. I militari hanno provveduto anche al sequestro di tutta l’attrezzatura utilizzata; pinze, siringhe, presse di precisione per la contraffazione e medicinali somministrati presumibilmente per migliorare le prestazioni canore.
Con le indagini i Forestali riuscivano a risalire al luogo dove gli uccelli venivano catturati in natura nel comune di San Venanzo.
In una boscaglia sono stati individuati diversi siti di cattura per un totale di 6 reti e 23 gabbiette; all’arrivo dei militari le reti sono state trovate pienamente attive e gli uccelli imprigionati (un tordo sassello e un picchio rosso minore, specie particolarmente protetta) sono stati immediatamente liberati.
Oltre alle reti e ai richiami vivi, sono stati sottoposti a sequestro i richiami acustici e altro materiale usato per l’attività illecita.
Ai responsabili, tre soggetti oltre al proprietario del punto vendita di Torgiano, sono stati contestati i reati: furto venatorio aggravato, uccellagione, contraffazione ed uso di pubblici sigilli, tentata frode nel commercio e ricettazione di avifauna.
Gli uccelli privi di anello e idonei al volo sono stati rimessi subito in libertà mentre gli esemplari feriti sono stati affidati al centro recupero animali selvatici dei Carabinieri Forestale di Formichella (San Venanzo).