Allarme rosso per i 1.500 creditori del gruppo umbro Novelli, che con la sua vendita ad Alimentitaliani sono diventati creditori del gruppo calabrese di Cariati che fa capo ai fratelli Greco.
A febbraio, a meno 3 mesi dallʼacquisto di tutte le attività Novelli, non solo Alimentitaliani ha ceduto le due società ʼin bonisʼ del gruppo (Fattorie Novelli e Cantine Novelli) alla società semplice Greco Tommaso e allʼimpresa Poderi Greco Tommaso, ma il 24 febbraio ha fatto richiesta al tribunale di Castrovillari di concordato preventivo. Una situazione paradossale: Alimentitaliani acquista il gruppo Novelli assumendo gli impegni del concordato preventivo Novelli e, tre mesi dopo, a sua volta chiede il concordato preventivo che, se accettato, bloccherebbe i debiti. Ovvio che i 1.500 creditori del gruppo Novelli, i cui crediti erano appunto passati ad Alimentitaliani, abbiano drizzato le orecchie. In ballo, infatti, ci sono complessivamente oltre 100 milioni di euro riconosciuti ai creditori dal concordato Novelli, omologato dal tribunale.
Ed è altrettanto ovvio che le orecchie si siano drizzate al ministero dello Sviluppo economico, che insieme a Regione Umbria e sindacati si era speso affinché i Novelli accettassero di cedere il loro gruppo ai Greco, al prezzi simbolico di 1euro.
Ma cʼè una novità, finora non emersa: il rigetto, da parte del tribunale di Terni, della richiesta presentata dal gruppo Novelli (praticamente svuotato dopo la vendita ad Alimentitaliani dei Greco), a firma del presidente del cda e legale rappresentante Alessandro Musaio, di chiudere il concordato del gruppo umbro vista la vendita ad Alimentitaliani e lʼassunzione, da parte di questʼultimo gruppo, di tutte le attività e le passività facenti capo a Novelli. Il tribunale di Terni – sezione fallimentare ha respinto la richiesta con una motivazione ineccepibile e che rappresenta un baluardo a difesa dei 1.500 creditori. I giudici ternani, in sostanza, hanno respinto lʼistanza perché “… non può in altre parole affermarsi che lʼintervenuta cessione dellʼazienda si sia tradotta al contempo compiuto adempimento degli obblighi assunto nei confronti dei creditori concordatari, in quanto non risulta in alcun modo che gli stessi siano stati soddisfatti…”. In sostanza, i giudici ricordano a Musaio che, qualora i nuovi proprietari non adempissero allʼimpegno di soddisfare i creditori così come previsto dal concordato omologato dal tribunale, come nel gioco dellʼoca si torna alla casella iniziale, perché tutto tornerebbe nelle mani del gruppo Novelli. Con possibili conseguenze giudiziarie tutte da esplorare, visto che – come detto – nel frattempo Alimentitaliani ha ceduto parte dei beni acquistati pochi mesi fa dal gruppo Novelli, ed esattamente le società ʼin bonisʼ.
ANNULLARE L’ATTO DI VENDITA
Lo chiede l’avvocato Luca Sbardella, per anni legale della famiglia Novelli.
“La decisione con cui il tribunale di Terni respinge la richiesta della Novelli per la chiusura del concordato è dellʼ8 febbraio e il 24 febbraio – afferma l’avvocato Sbardella – il gruppo Alimentitaliani presenta a sua volta richiesta di concordato al tribunale di Castrovillari. Una successione che fa sospettare che Alimentitaliani, che al momento dellʼacquisto a 1 euro di tutte le attività Novelli si era assunta lʼonere di rimborsare i creditori in 7 anni, in realtà non ha le risorse per farlo, né un piano da presentare”.
Dunque? “Allora chiederò ai giudici – conclude l’avvocato Sbardella – lʼannullamento di tutto, dalla vendita del gruppo Novelli a due società di Alimentitaliani a quelle effettuate da Alimentitaliani delle due società in bonis appena rilevate dal gruppo Novelli. A mio parere, visto come si sono messe le cose, si tratta di atti realizzati in pregiudizio delle ragioni dei crediti”.