Per il recupero di Villa Palma siamo ancora all’anno zero. E’ scritto nella relazione della IV commissione controllo e garanzia di Palazzo Spada , presieduta da Francesco Pasculli (M5S).
Attraverso una nota pervenuta agli uffici comunali risulta che la Soprintendenza ai beni Culturali dell’Umbria rispondendo a una specifica comunicazione del Comando dei Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale nucleo di Firenze, invita a dare inizio ai lavori entro 15 giorni dal ricevimento della autorizzazione che porta la data del 22 febbraio 2014.
Dunque i lavori per il recupero di Villa Palma avrebbero dovuto iniziare i primi di marzo del 2014.
Come è facilmente riscontrabile a tutti, andando sul posto, i lavori, in realtà non sono mai iniziati.
” L’edificio storico – è scritto nella relazione della IV Commissione – è risultato recintato con rete metallica di cantiere, inglobato in una struttura intelaiata di acciaio e coperto con teli aventi lo scopo di protezione. Anche l’area circostante è apparsa in un totale stato di abbandono e di degrado”. Aggiungiamo che impalcature sono state realizzate anche all’interno di alcune stanze della villa, quelle maggiormente a rischio crollo.
Scrive ancora la Commissione:”“Il fatto che dopo questa ultima comunicazione non ci siano più stati aggiornamenti o verifiche e sopralluoghi anche sul luogo, desta profonda preoccupazione sia in riferimento al progetto di recupero che relativamente allo status di mantenimento della struttura stessa. Pertanto sarebbe opportuno che gli Uffici Comunali con urgenza verificassero la reale possibilità di un piano di rilancio con una ipotesi progettuale di cubatura edilizia nettamente inferiore rispetto al progetto iniziale”.
LA QUESTIONE CUBATURA
“Un aspetto non ancora chiarito, sul quale la stessa Quarta Commissione ha trovato notevoli difficoltà di definizione, è quello relativo alla rilevante cubatura edilizia concessa, 40.000 metri cubi a destinazione residenziale, cui se ne aggiungono altri 10.000 per la creazione di una struttura di servizio alla Villa con finalità dapprima museali e poi come laboratorio di ricerca scientifica, anche in considerazione del particolare contesto ambientale circostante. Ugualmente la tipologia edilizia assentita in linea di massima, anche qui senza un progetto presentato per tempo dalla proprietà con cui sia la Giunta che la Dirigenza Comunale interloquivano, presenta forme architettoniche e materiali inusuali per quei luoghi, oltre che un’altezza di tre piani di blocchi edificatori e una sorta di parallepipedi di cui non si vede niente di simile nei paraggi”.
“Tali scelte – si legge ancora nella relazione – hanno suscitato a più riprese forti perplessità tant’è che lo stesso Francesco Andreani ex assessore all’Urbanistica, fino a pochi mesi fa dichiarava in Prima Commissione che la Soprintendenza si era espressa favorevolmente sulla ipotesi di riduzione di circa la metà rispetto alla cubatura prevista originariamente”. “Questa notizia peraltro non ha avuto riscontro formale da parte della dirigente all’Urbanistica Carla Comello”.“La dirigente è stata invitata dalla IV Commissione a prendere un contatto diretto con la Soprintendenza per verificare documentalmente tale asserzione. Ciò appare essenziale in vista del probabile passaggio di proprietà della Villa poiché la società detentrice è sottoposta a procedure giudiziarie presso il Tribunale di Spoleto.”