Il Comitato Vita da Pendolare Terni torna a denunciare la situazione ormai insostenibile del trasporto ferroviario in Umbria.
Ogni giorno migliaia di cittadini devono fare i conti con ritardi cronici, convogli obsoleti e informazioni poco trasparenti. Una condizione che non è più solo un disagio per chi si sposta quotidianamente, ma una vera e propria emergenza sociale ed economica che rischia di isolare l’intera regione.
Un isolamento – sostiene il comitato – ancor più grave se si considera che l’Umbria è stata recentemente inserita tra le aree svantaggiate del Mezzogiorno, il che avrebbe dovuto tradursi in un impegno concreto per rafforzare i collegamenti e sostenere la crescita del territorio. Invece, i pendolari si trovano di fronte a un sistema ferroviario in continua regressione”.
Il 21 ottobre si è svolto alla Camera dei Deputati un incontro promosso dagli On. Pavanelli (M5S) e Ascani (PD), con la partecipazione dell’On. Casu (PD) e dell’Assessore regionale ai Trasporti De Rebotti.
Nel corso della riunione sono stati affrontati i principali problemi che affliggono il trasporto ferroviario umbro, ma il confronto è stato segnato da un’assenza significativa: sebbene siano stati invitati tutti gli onorevoli e senatori umbri, nessun rappresentante del centrodestra ha partecipato (neanche risposto alle e-mail)!
“Il trasporto pubblico non dovrebbe essere terreno di scontro politico – dichiarano i pendolari – ma una questione di sopravvivenza economica e sociale per l’Umbria. La politica deve farsi carico di questo problema, non ignorarlo.”
Dalle analisi dei pendolari emerge una situazione impietosa: nelle ore pomeridiane i treni regionali registrano ritardi medi del 19%, con punte fino al 34%. Trenitalia continua a privilegiare l’Alta Velocità, relegando i treni regionali a un ruolo secondario, in aperta contraddizione con il contratto di servizio che dovrebbe garantire priorità ai pendolari nelle fasce di punta.
A questo si aggiungono:
– Cambio Binario Imprevisto (GUARDA CASO POI VA A FINIRE CHE è SEMPRE L’1 O IL 2 EST!! COLLOCATO A CIRCA 1 KM PIU LONTANO DAI BINARI NORMALI, A TERMINI)
– Il treno atteso non entra al binario assegnato? Ancora una volta, il motivo è spesso legato alla priorità data a un Frecciarossa che occupa lo slot temporale o la linea.
– Partenze Ritardate: L’orario di partenza è superato? Il convoglio è fermo in attesa perché in uscita o in ingresso dalla stazione di Roma ci sono sempre dei Frecciarossa a cui è garantita la precedenza assoluta.
A rendere tutto più frustrante è la mancanza di informazioni chiare. L’app ufficiale di Trenitalia spesso non segnala i ritardi reali, e i viaggiatori scoprono cambi di percorso o soste prolungate solo una volta a bordo. Una situazione che mina la fiducia dei cittadini e rende impossibile organizzare spostamenti affidabili.
“Inoltre – sottolinea ancora il comitato – la dorsale Roma–Terni–Perugia continua a essere servita da convogli vecchi e lenti, nonostante la Regione Umbria avesse acquistato già nel 2018 dodici nuovi treni ETR 108. A distanza di sette anni, nessuno di questi è ancora entrato in servizio e Trenitalia non ha fornito date certe sulla consegna, né spiegazioni convincenti sui ritardi o sulle penali previste. A questa incertezza si aggiunge la mancata formalizzazione della proroga della delibera ART, che dovrebbe tutelare i treni regionali veloci e impedire che vengano dirottati sulla linea lenta. Senza questa garanzia, i pendolari temono che anche i nuovi convogli, quando arriveranno, subiscano lo stesso destino.
Sul fronte economico la situazione non è migliore. Gli abbonamenti continuano ad aumentare, mentre i rimborsi per i disservizi restano quasi inesistenti. Le procedure sono confuse, i criteri poco trasparenti e, nella maggior parte dei casi, i pendolari non ottengono alcun risarcimento nonostante i ritardi quotidiani.
Anche la Carta Tutto Treno, che un tempo rappresentava una valida alternativa per chi viaggia spesso, è diventata più costosa e meno utile, aggravando ulteriormente il peso economico sulle famiglie umbre”.
“Il risultato di questa situazione è sotto gli occhi di tutti: una regione tagliata fuori dai collegamenti efficienti, con ripercussioni dirette sull’occupazione, sul turismo e sulla qualità della vita. La mobilità – concludono i rappresentanti dei pendolari – è la condizione minima per garantire lavoro, studio e dignità. Finché l’Umbria resterà isolata, parlare di sviluppo sarà solo un esercizio retorico. Noi non chiediamo miracoli, chiediamo rispetto e serietà.”














