“Dal pensiero alla pittura informale” è il titolo della mostra personale dell’artista ternano Emilio Fioroni allestita nel centenario della nascita a Palazzo Vecchio di Sangemini a cura di Franco Profili ed Isabella Cruciani.
Eleganti composizioni caratterizzate da un sapiente uso del colore intrappolato in esplosioni materiche con rilievi di connotazione plastica. La produzione estetica di Emilio Fioroni, relativa agli anni ‘60 del secolo scorso, si inserisce nel solco di un’astrazione con saldezza strutturale, dove si muovono raffinate forme di vibrante poesia. Nell’impianto compositivo il pigmento si frantuma in esplosioni che danno vita ad un susseguirsi di motivi di forte impatto lirico.
“Questa di San Gemini, ha affermato il curatore Franco Profili, è l’occasione per tornare a parlare di un artista che nel mio testo ho preso ad esempio di come la provincia fosse in grado, ma da sempre, di produrre una qualità di linguaggio e di pensiero altissimo. L’esposizione è concentrata soltanto sui lavori degli anni ‘60 che lui definiva i ‘Grigi’ quindi non può raccontare tutto il percorso fatto dall’artista in decenni di lavoro. Abbiamo puntato gli occhi soltanto su questo periodo e il risultato è di altissimo livello, racconta quanto fosse profondo il pensiero di Fioroni, la sua sperimentazione nei materiali. Un ringraziamento speciale va a Valentina Angeli perché per amicizia con gli eredi ha deciso di chiamare noi per realizzare la mostra e grazie al lavoro immenso che la famiglia ha fatto nel documentare tutto il lavoro che già Fioroni aveva catalogato, un patrimonio di opere che ammonta a circa 300. Questa esposizione è un piccolo e primo passo, spero, verso la conoscenza di un artista che chiunque verrà a vederla capirà di che pasta era fatta.”
Un artista, Emilio Fioroni, che nella sua attività estetica non tralascia la pittura di denuncia affrontandola con incisività. Un atto d’accusa teso ad una presa di coscienza dell’uomo.
“Si tratta di opere di stampo informale materico, spiega la storica dell’arte Isabella Cruciani, che diventano funzionali per denunciare quello stato di sfruttamento del mondo naturale, delle risorse naturali. Negli anni ‘60 Emilio Fioroni sentiva l’esigenza e soprattutto sentiva il pericolo di un capitalismo trionfante che rischiava di andare a distruggere il nostro tempo biologico e utilizza quindi la materia. È una materia pulsante, urlante. Queste opere urlano agli animi di chi osserva con la speranza, diceva Emilio Fioroni, di creare un risveglio collettivo delle coscienze, una presa di consapevolezza della direzione che stava prendendo la società e che purtroppo a quanto pare ancora oggi tende a prendere.”
“Emilio Fioroni era una persona un po’ timida, ricorda il figlio Fabrizio Fioroni, una persona che guardava molto nell’intimo e rifletteva anche molto su se stesso. I quadri che sono in esposizione dimostrano proprio il senso della ricerca del proprio Io”.
La mostra “Dal pensiero alla pittura informale” di Emilio Fioroni rimarrà aperta fino al 9 ottobre.
Per l’occasione è stato prodotto un catalogo su progetto grafico di Emiliano Bertoldo.