Narni festeggia oggi il proprio santo patrono, San Giovenale.
Il solenne pontificale in Duomo è stato celebrato dal vescovo, Mons. Francesco Antonio Soddu, una processione con il busto di San Giovenale ha attraversato le vi della città.
Alla celebrazione nella concattedrale di Narni erano presenti il sindaco Francesco De Rebotti, che ha donato l’olio e acceso la lampada davanti al busto di San Giovenale e recitato la preghiera al santo patrono, la presidente della provincia di Terni Laura Pernazza, il prefetto vicario di Terni Andrea Gambassi, il questore di Terni Bruno Failla, autorità civili e militari, i rappresentanti delle parrocchie del narnese che hanno offerto i ceri, i rappresentanti dei Terziari Fraporta, Mezule e Santa Maria.e del corteo storico della Corsa all’anello, i cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme e tanti fedeli narnesi. Hanno concelebrato il parroco don Sergio Rossini, il vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, i canonici del capitolo della Concattedrale di Narni, i sacerdoti della vicaria di Narni.
“San Giovenale – ha sottolineato Mons. Soddu – come Gesù ha dato la vita per il gregge e quindi per noi. Il motivo fondamentale per cui il Signore offre la sua vita è per l’unità. L’unità significa non divisione, non contrapposizione e neanche lacerazione. Unità comporta dunque impegno, costanza e perseveranza. Per noi cristiani significa poggiare sul fondamento della nostra fede e quindi della nostra vita, che si motivano unicamente in Dio. Ogni altra motivazione è soggetta a derive che inevitabilmente portano alla disgregazione e alla frantumazione. L’unità di Dio è vincolata dallo Spirito Santo, spirito di amore e quindi di unità. Pertanto, adoperarsi per l’unità non potrà mai e in nessun modo esser messo in secondo ordine né tantomeno ridicolizzato da chicchessia. Adoperarsi per l’unità significa infatti mettere in campo tutte le forze per poter sempre di più essere conformi all’immagine di Dio, che in se stesso è appunto unità perfetta. Non fare questo, non prestare questa attenzione, significa mettersi in balia del divisore, cioè dal Maligno, e quindi sottoporsi inevitabilmente alla disgregazione. L’immagine che il mondo in questi giorni sta dando di se stesso ne è la prova più evidente. Ma questo vale per tutto: dal nostro essere personale ai rapporti interpersonali, familiari, parentali, parrocchiali, presbiterali, cittadini, nazionali. Tutto ciò, costituendo il nostro essere e la nostra sussistenza, è di estrema preziosità ed altrettanta fragilità; necessita pertanto di essere custodito e salvaguardato. Di questo spirito è stato animato il nostro santo patrono Giovenale; di questo Spirito abbiamo necessità di essere animati oggi nel nostro tempo, per la nostra città, per le nostre famiglie per il mondo del nostro tempo. Chiediamo al Signore che attraverso il nostro impegno possa instaurarsi ancora oggi l’unità della concordia tra le famiglie, nelle famiglie, tra le città, tra le nazioni, nel mondo intero.
Nella misura in cui sentiamo la mancanza di qualcosa nella nostra esistenza, se sentiamo la carenza del senso della vita, cosa che talvolta può capitare come capita, abbiamo immediatamente la capacità di rivolgere subito la nostra attenzione al Signore, l’unico che può dar senso alla nostra esistenza: “il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”.».
Al termine della celebrazione il corteo storico, musici, tamburini, bambini e ragazzi del catechismo, i sacerdoti e le autorità sono usciti in processione dalla concattedrale per la processione con il busto di san Giovenale fino a piazza dei Priori dove il vescovo Soddu ha salutato la cittadinanza e impartito la benedizione alla città.