“Procedura di evidenza pubblica per l’individuazione di un operatore economico, partner industriale, per il rafforzamento dell’estensione delle linee di sviluppo di Asm Terni S.p.A, approvazione esito indirizzo strategico della società partecipata”.
Questo è l’atto approvato questa sera dal consiglio comunale di Terni, dopo un vivace dibattito, su Asm, gravata da decine di milioni di euro di debiti (quasi 100) e dal futuro alquanto incerto. Un futuro che ACEA, almeno nelle intenzioni della maggioranza di governo della città, dovrebbe contribuire a rendere più sereno offrendo anche nuove opportunità alla partecipata del Comune.
I voti a favore sono stati 19, quelli contrari 4, gli astenuti 2.
“L’Asm – ha detto l’assessore Orlando Masselli illustrando l’atto – intraprenderà un nuovo percorso, una nuova storia e, sono sicuro, una nuova vita perché questa società, come è stato più volte spiegato, era destinata a morire”. Il che avrebbe coinvolto oltre l’Asm e i suoi dipendenti anche 130 imprese del territorio che lavorano con essa e tutti i loro dipendenti.
“La società – ha aggiunto l’assessore – oggi è stata risanata e produce utili ma questi utili sono insufficienti a rincorrere un debito strutturale vicino ai 100 milioni di euro. Erano stati ipotizzati alcuni scenari: rimanere così come era avrebbe comportato per ASM la perdita di tutte le concessioni e , il più a lungo, al 2030, sarebbe stata destinata a morire. Era stato ipotizzato di vendere la società oppure vendere quote e aumentare il capitale sociale con apporto di liquidità, questo avrebbe permesso di pagare i debiti ma di non potere avere denaro sufficiente per gli investimenti. Il quarto scenario , quello sul quale si è costruito il percorso di evidenza pubblica che ha portato all’individuazione del partner industriale , era quello dell’aumento di capitale con l’apporto di liquidità e asset strategici”.
“L’operazione che Asm potrà concludere – ha detto ancora Masselli – potrà portare questa società ad essere una delle principali multi-utility italiane in quanto ad oggi non esistono società che si occupano contestualmente di tutti i servizi al cittadino seppure prestati nel libero mercato della concorrenza soggetta al controllo dell’Autorità”.
Acea , ha specificato Masselli contribuirà al rafforzamento di Asm con una serie di asset strategici posseduti già sul territorio (Ferrocart, Umbria 2) e con lo scorporo da Acea ambiente di una serie di asset strategici per il trattamento dei rifiuti presenti a Orvieto. Inoltre contribuirà con un apporto di liquidità di 2,5 milioni di euro.
“Asm potrà così partecipare a tutte le gare di esercizio pubbliche che saranno emanate da qui ai prossimi anni perché avrà i numeri – ha sottolineato ancora l’assessore – oggi noi siamo gli artefici di un momento storico, stiamo dando un futuro ad Asm”.
Il comune di Terni manterrà il 51% della partecipazione.
Critiche le opposizioni. Secondo Luca Simonetti (M5S), “quando ACEA metterà i piedi dentro l’azienda, non essendo un ente di beneficenza e farà quello che è abituata a fare e quando eserciterà ciò che è scritto sui patti parasociali, quando verranno fatte determinate scelte si risponderà, da parte di chi oggi ha avuto tanta fretta che purtroppo c’è un partner privato e non si può più intervenire. Lo abbiamo già visto con la S.I.I.”
Alessandro Gentiletti (Senso Civico): “Può essere una scelta necessaria, oggi, ma è il frutto di 4 anni di disinteresse, di mancanza assoluta di visione. C’erano proposte alternative – ha aggiunto Gentiletti – e la giunta Latini sarà ricordata per aver privatizzato l’acqua e venduto Asm. Questa operazione non risolve i problemi di Asm, gli stringe il cappio al collo e non tutela i lavoratori”.
“State facendo una follia – ha affermato il consigliere Emanuele Fiorini – baste vedere gli investimenti fatti da Acea in SII, cioè zero in due anni. Non vi nego – ha annunciato Fiorini – tanto già lo sapete, l’esposto alla Corte dei Conti e il ricorso al T.A.R.”.
Il consiglio comunale ha anche approvato, con 20 voti favorevoli e 3 astenuti (M5S e Fiorini del Misto), un atto di indirizzo, illustrato in aula dal consigliere Francesco Filipponi del Pd, in cui si chiede che la nuova Asm fornisca garanzie occupazionali per i lavoratori, compresi i precari e gli interinali, tuteli la collaborazione con le imprese locali, garantisca la permanenza della sede a Terni.