Ha suscitato reazioni l’intervento pubblicato su questo giornale domenica 20 agosto del vice presidente del consiglio comunale di Terni Raffaello Federighi sul controverso libro del generale Roberto Vannacci “Il mondo al contrario” che ne ha provocato la destituzione da parte del ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Il vice presidente Federighi replica specificando il senso delle sue parole.
DI RAFFAELLO FEDERGHI
Relativamente al mio articolo pubblicato su Terninrete, inerente la vicenda dl Generale Roberto Vannacci, rilevo con piacere che esso ha stimolato la dialettica e la civile discussione, fatto questo oggettivamente positivo in una società liberale e pluralista. Rilevo altresì alcune inesattezze che, nel mio diritto e in quello dei cittadini lettori, penso sia necessario chiarire.
Chiaramente il mio articolo ha connotazioni personali, ma in esso non vi è il minimo accenno alla linea politica di Alternativa Popolare, che ovviamente condivido e rispetto. Non solo, rammento prima del tutto a me stesso, che lo Statuto di Alternativa Popolare, a cui tutti devono uniformarsi, all’articolo 1-5 recita “il partito rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno”. Ancora, all’articolo 2-3 del medesimo Statuto, si legge “tutti gli iscritti hanno il dovere di contribuire alla discussione della proposta politica”. Quindi, certamente io non ho scritto nulla che vada in contrasto con la linea politica di Alternativa Popolare. Questo sia chiaro a tutti.
In realtà, il mio scrivere prendeva spunto dalla vicenda del Generale Vannacci, ma era a difesa di principi costituzionalmente e giuridicamente tutelati, quali il diritto di opinione e di pensiero. Contrastare questi diritti fondamentali, da parte di chiunque, significa porsi in una condizione eversiva, giuridicamente perseguibile.
Quanto allo scritto di Vannacci, sono quindi opinioni di Vannacci, non di Federighi, esse sono condivisibili o meno, nell’articolo ho invitato a leggerle nel loro contesto e non estrapolate al fine di dare loro una coloritura inesistente, ovviamente non possono essere censurate, né generare provvedimenti dannosi, di qualsiasi natura.
Io, il libro l’ho letto, penso che, prima di disquisire su esso, dovrebbero farlo anche gli altri, ad iniziare dal Ministro Crosetto, sul quale operato, ai termini del Regolamento di Disciplina vigente, non ho alcuna difficoltà ad esprimere un giudizio severo.
Desidero altresì precisare che io stimo profondamente, come uomo, come soldato e come comandante, il collega Vannacci, del quale ho condiviso parte del percorso professionale, ma non ho scritto per motivi “affettivi”, bensì per la difesa di valori alti e comuni, sui quali non si può transigere, pena la perdita della democrazia.
In coda, stanno uscendo informazioni, da più settori, che consentono una lettura più approfondita della vicenda Vannacci, ovvero del fatto che il generale ha inteso sollevare il colpevole velo di silenzio sugli effetti dell’esposizione all’uranio impoverito da parte del personale militare. Fatto che ha causato innumerevoli morti e malattie, ma a cui i vertici militari e politici hanno sempre rifiutato ogni correlazione. Non è infondato credere che tale corretta scelta possa avere influito negativamente sulla carriera del Generale e spiegare alcuni attuali eventi.
Io contrasto ogni tipo di discriminazione, certamente anche quelle inerenti le scelte sessuali e approvo l’attività del legislatore di normare ciò che la società ha da tempo accettato, ribadendo ancora che, a mio avviso, statuire chiari diritti, affievolisce tendenze alla spettacolarizzazione.
Infine, sull’inciso del già Consigliere Gentiletti, del quale mi dispiace l’assenza in Consiglio Comunale, con sua buona pace, non ne seguirò l’invito, continuando a selezionare, di concerto con i vertici di Alternativa Popolare, gli argomenti cui dedicare la mia attenzione personale e politica, chiaramente quelli in cui ritengo di avere un minimo di competenza.