In caso di estradizione in Israele c’è “il rischio concreto” che Anan Yaeesh “venga sottoposto a trattamenti inumani e degradanti” compresa “la tortura”.
È quanto sostengono gli avvocati Flavio Rossi Albertini e Stefania Calvanese nell’istanza con cui hanno chiesto alla Corte d’Appello dell’Aquila di revocare la misura cautelare a carico del cittadino palestinese, originario di Tulkarem, in Cisgiordania, che il 29 gennaio è stato arrestato a seguito di una richiesta di estradizione avanzata dalle autorità di Tel Aviv che gli contestano di essere un finanziatore del ‘Tulkarem Brigate’, un gruppo armato del campo profughi di Tulkarem.
Il palestinese è detenuto nel carcere di Terni.
Per gli avvocati è scattata una corsa contro il tempo per evitare che diventi esecutiva l’eventuale procedura di trasferimento del loro assistito , che, dal 2017, vive e lavora all’Aquila.
Nell’atto finito all’attenzione dei magistrati abruzzesi i due legali ricostruiscono la vicenda di Yaeesh. Per lui – scrivono – il rischio è che una volta trasferito in Israele diventi oggetto di trattamenti “inumani”.
Un rischio, si legge nell’istanza, “documentato sulla scorta di report di organizzazioni non governative ritenute affidabili sul piano internazionale, nonché dal Rapporto delle Nazioni Unite redatto dalla Relatrice Speciale sulla situazione diritti umani nel territorio palestinese” e “espressamente riconosciuto dalla Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale di Foggia la quale ha ritenuto sussistenti i presupposti per la concessione della protezione speciale sulla base del rischio di sottoposizione a trattamenti inumani e degradanti ovvero a persecuzione in caso di espulsione nella zona di provenienza”.
I legali affermano inoltre che “non risulta, almeno da una verifica effettuata tramite le banche dati giuridiche, che sussista un precedente analogo, ossia che vi sia mai stata una richiesta di estradizione da parte di Israele, per attività compiute da un attivista palestinese nei territori occupati della Cisgiordania, zona di conflitto e di occupazione militare ininterrotta da quasi mezzo secolo”.