Nicola Cosentino lascia il carcere di Terni, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari che sconterà in una villa di sua proprietà a Venafro, in Molise. Lo ha decis o il tribunale di Santa Maria Capua Vetere davanti al quale pende il processo cosiddetto “Carburanti”, l’ultimo per il quale era in essere la misura cautelare della detenzione in carcere.
In totale Cosentino ha passato in prigione, in regime di carcerazione preventiva, due anni e mezzo mentre altri tre mesi e mezzo li ha trascorsi ai domiciliari.
L’ex coordinatore campano del Pdl entrò per la prima volta in cella, nel carcere napoletano di Secondigliano, il 15 marzo 2013, quando si insediò il nuovo Parlamento e lui perse l’immunità; in quel momento su di lui pendevano due ordinanze di custodia cautelare in carcere – la Camera dei Deputati si era pronunciata mesi prima nel senso di non concedere l’autorizzazione all’arresto – emesse da due differenti Gip, una per concorso esterno in camorra in relazione alle infiltrazioni dei Casalesi nel consorzio di comuni che si occupava di raccolta dei rifiuti nel Casertano, l’altra per diversi reati relativi alla costruzione di un centro commerciale, mai realizzato, ma voluto dal clan.
Cosentino rimase in cella per oltre 4 mesi, fino al 26 luglio 2013, quando fu posto ai domiciliari; l’8 novembre 2013 fu rimesso in libertà e poco dopo ricominciò a fare attività politica creando anche un movimento, Forza Campania.
Passarono pochi mesi e il 3 aprile 2014 arrivò una nuova ordinanza in carcere, quella relativa agli affari dell’azienda di famiglia. Cosentino tornò così nel carcere di Secondigliano dove ha passato un altro anno prima di essere trasferito nel carcere di Terni in seguito al ritrovamento nella sua cella di un iPad e altri beni che secondo la Dda avrebbe ottenuto corrompendo un agente del carcere napoletano, condannato poche settimane fa insieme alla moglie e al cognato di Cosentino, accusati di aver fatto avere all’ex sottosegretario l’iPad e altri oggetti.