Le condizioni del tempo incidono pesantemente sulla qualità dell’aria.
Più avanti leggerete le considerazioni di Meteo centro Italia.
Non sfugge a questa situazione critica l’Umbria. I dati dell’Arpa, del giorno 14 gennaio, sono inequivocabili. Tranne Spoleto, Amelia e Orvieto in tutte le altre città umbre i valori di PM10 sono nettamente al di sopra dei limiti consentiti con un picco a Città di Castello di 104 microgrammi per metro cubo di media nelle 24 ore. A Foligno (Porta Roman) 82 microgrammi.
A Terni i valori sono i seguenti: 66 a Borgo Rivo, 72 a Ponte Carrara, 68 al quartiere Le Grazie, 74 a Maratta. Si salva (quasi) Prisciano con 43 microgrammi. Il limite di concentrazione media giornaliera è stato determinato in 50 microgrammi. Va detto che nei giorni scorsi sono stati raggiunti a Terni picchi ben superiori ai 100 microgrammi (più del doppio del limite consentito).
Anche Narni soffre. A Narni Scalo i valori di PM10 sono di 69 microgrammi al metro cubo. Oltre il limite anche Perugia (fra 58 e 70).
LE CONSIDERAZIONI DI METEO CENTRO ITALIA
I valori della qualità dell’aria si stanno facendo preoccupanti un po’ su tutte le regioni centrali, specialmente nelle zone pianeggianti e maggiormente industrializzate dove l’aria tende per forza di cose a ristagnare.
Il tutto è ovviamente agevolato dalla situazione meteorologica su ampia scala che, grazie alla disposizione di un campo altopressorio sulla nostra penisola e più in generale su tutta l’Europa centrale, sta garantendo condizioni di tempo stabile un po’ ovunque, accompagnate da scarsa ventilazione e da forti inversioni termiche notturne nelle vallate interne del centro.
Questa situazione atmosferica rappresenta esattamente la condizione peggiore che possa verificarsi, nel periodo invernale, per ciò che concerne la qualità dell’aria, in quanto la persistenza di un campo di alta pressione sulle nostre regioni e la formazione di gelate notturne nelle zone pianeggianti, permette all’aria di ristagnare nei bassi strati, mantenendo cosi l’ammontare di polveri sottili a portata d’uomo. Questo perché l’aria fredda è più densa e pesante dell’aria calda e di conseguenza, mentre quest’ultima tende a sospingersi verso l’alto, l’aria fredda di contro rimane ancorata al suolo.
Ecco perché si dice che i maggiori tassi di inquinamento si raggiungono nel periodo invernale e non nel periodo estivo. Infatti nei mesi estivi il grande calore che si accumula al suolo nelle ore diurne tende a sospingere l’aria, e le polveri annesse, verso l’alto, riuscendo cosi a disperderle maggiormente.
Andiamo ora a dare uno sguardo nello specifico ai dati pubblicati dalle reti Arpa.
Qui sotto potete osservare il grafico relativo alle pm10 presenti nell’aria relativo al centro abitato della città di Terni (dal 15/12/2019 al 12/01/2020).
Il grafico si commenta da solo: basti considerare che la linea gialla rappresenta il limite di accettabilità della qualità dell’aria,oltre, la qualità dell’aria viene definita come “scadente”.
(pm10 Terni)
Proseguendo ecco invece i dati della centralina di Perugia – Fontivegge; ovviamente il numero di giorni oltre soglia è indubbiamente inferiore rispetto a quanto registrato nella provincia di Terni, ma anche Perugia, nonostante la sua collocazione “collinare”, è soggetta a numerose giornate oltre i limiti consentiti (come visibile in figura).
(pm10 Perugia)
Va detto, per concludere, che una “fase altopressoria” come questa in pieno inverno non è infrequente e non rappresenta un’anomalia significativa, anzi molto spesso, soprattutto nei mesi di dicembre e di gennaio, si verificano parentesi dal tempo stabile e dal freddo intenso nelle zone pianeggianti, dunque non vi è nulla di anormale.
Questo è importante sottolinearlo perché non si può continuare ad imputare l’aumento di inquinanti alle situazioni meteo climatiche che vengono a palesarsi; bisogna invece iniziare a trovare il modo di limitare queste emissioni, perché la colpa è solamente dell’uomo e non della natura (la pioggia non rappresenta né la soluzione, né la causa del problema).