Da Astor Piazzolla a Mozart, dai virtuosi del violino alle improvvisazioni jazz fino all’inedito connubio tra musica classica e musica dell’India.
Fondere insieme due stili completamente diversi e in definitiva, due mondi e due culture, quella occidentale e quella indiana, poteva sembrare un azzardo. E’ stato un incredibile successo, quello di ieri sera all’auditorium Bortolotti del complesso del San Domenico per il concerto “Il ritorno della festa armonica” nell’ambito del Festival Luci della Ribalta, organizzato dall’Associazione Mozart Italia Terni con la collaborazione del Comune di Narni e il sostegno della Fondazione Carit.
Un’esibizione accolta dal pubblico in modo entusiastico con gli spettatori, tantissimi in sala, in piedi ad applaudire l’Orchestra dell’International Festival Luci della Ribalta, il suo direttore Alessandro Viale, il maestro Debanshu Sen e il maestro Michael Makhal. Ascoltare i suoni del santoor, uno degli strumenti musicali indiani più celebri, incastonarsi perfettamente con quelli degli orchestrali del maestro Viale è stata un’esperienza vincente, “forse la prima in Umbria”, ha detto Viale.
I brani eseguiti sono stati “Sangram per santoor solo e orchestra d’archi”, di Makhal, “The Rain Dance per santoor, violoncello e orchestra d’archi”, sempre di Makhal e il “Concerto Grosso Festivo per santoor, violoncello e orchestra d’archi”, di Viale.
Ma al San Domenico ad aprire la serata era stato il gruppo di violoncelli degli allievi di Sandra Belić che avevano scaldato subito l’atmosfera eseguendo “Libertango” di Astor Piazzolla.
A seguire i due astri nascenti, Elia Chiesa e Martina Santarone, assoluti protagonisti nella “Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mib maggiore K.364 (Andante)” di Wolfgang A. Mozart. Un altro grande successo di una serata che non ha smesso di stupire il pubblico fino alla fine.
Applausi a scena aperta infatti gli spettatori li hanno riservati anche al duo composto da Carlo Parazzoli e Patrick Jűdt che hanno eseguito il “Duo per violino e viola n. 1 Sol maggiore K. 423 di Mozart. E c’era ancora energia e entusiasmo per acclamare Christopher Mui nel “Souvenir de Spa” di Adrian François Servais.
E infine, il gran finale con Niklas Walentin, mattatore con il suo violino d’autore in una serie di improvvisazioni jazz che hanno affascinato ed entusiasmato gli spettatori per classe, qualità e tecnica.