Alcuni accadimenti in quest’ultimo periodo, stimolano qualche breve riflessione sulla sanità dell’Azienda
USL 2 dell’Umbria e dell’Ospedale di Terni. Solo poche note giacché la FIPAC Confesercenti dell’Umbria sta
elaborando uno studio sulla sanità in Umbria che presto saranno portate all’attenzione della comunità.
Ci riferiamo alla prima edizione degli incontri diabetologici ternani, di settembre scorso, organizzato
dall’Università degli Studi di Perugia e dalla Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni caratterizzata dalla
presenza di ospiti internazionali. Il diabete è una patologia che colpisce oltre 29 mila persone in Umbria, il
5% della popolazione compresa tra i 18 e i 69 anni. Guidata fino al febbraio 2020 dal prof. Giuseppe Fatati,
la struttura di diabetologia, dietologia e nutrizione clinica del Santa Maria di Terni non ha ancora un
direttore ma solo un facente funzioni, causa forse la querelle tra medici ospedalieri e universitari,
scordando che al primo spetta il compito dell’assistenza e, al secondo, quello della didattica e della ricerca
di cui l’assistenza è elemento centrale. E se il direttore generale della sanità regionale pensa di ridurre la
spesa farmaceutica, tra le più alte d’Italia, tagliando i farmaci, pensi a recuperare prima il differenziale sulla
spesa farmaceutica: secondo il rapporto OSMED 2022 per gli antidiabetici si ha un costo a terapia di 0,91
euro contro una media nazionale di 0,84 euro.
Ma quello della struttura di diabetologia non è l’unica priva di direttore se è vero che ne mancano almeno
dieci. E non mancano solo gli apicali se lo scorso mese la giunta regionale dell’Umbria, su proposta
dell’Assessore alla sanità, Luca Coletto, ha approvato l’accordo raggiunto tra la Direzione Salute e Welfare
della regione e le Organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale che fronteggia, se necessario, la
carenza dei medici di medicina generale facendo ricorso al mantenimento, su base volontaria, all’incarico
convenzionale ai medici anche oltre 70 anni. Questo vale per alcune zone montane dell’Umbria ma anche
per l’Azienda USL Umbria 2 che lamenta carenze per 57 posti vacanti di medicina generale assistenza
primaria per mancanza di domande dei medici disponibili ad accettare l’incarico vacante.
Per un convegno concluso, uno che dovrà svolgersi il 22 ottobre prossimo, quasi un convegno a chilometro
0, su chirurgia toracica a Terni tra storia e attualità. Una struttura dedicata ed efficiente, in una realtà con
dati di incidenza industriale e fattori climatici e geografici che possono aggravare patologie polmonari e
oncologiche. Una struttura che può vantare un 30 per cento di fatturato derivante da pazienti provenienti
da fuori regione, soprattutto dal Lazio e dalle province di Rieti e Viterbo. Ciò che va bene per una struttura
non va bene per il resto dell’alta specializzazione: le risorse vengono raccolte all’interno dei confini
regionali mentre, nel giro di cinque anni, il Santa Maria ha bruciato 9 milioni di euro. Si è infatti passati dai
5.369 pazienti provenienti da fuori regione registrati nel 2019, ai 3.430 del 2021.
A partire dagli anni Sessanta la sanità pubblica ternana si è sempre connotata per una forte valenza
innovativa. Quest’anno sono 50 anni dalla fondazione del Mesop (acronimo di MEdicina SOciale
Preventiva), il programma di prevenzione nell’ambiente del lavoro che prevedeva l’individuazione dei
fattori di rischio ambientale ed organizzativo in fabbrica, promosso dalla Provincia di Terni che cessò di
funzionare quando le sue funzioni furono assorbite dai servizi delle USL. Si potrebbe proseguire con la
trasformazione della Casa di Riposo comunale Le Grazie in un servizio geriatrico sotto l’impulso e la guida
del dott. Pietro Valdina ma ci porterebbe troppo lontano. Vogliamo chiudere con le parole del dott. Aristide
Paci, già presidente dell’Ordine dei medici di Terni, che ricordava all’allora ministro della sanità che
“l’egemonia del profilo contabile aveva ridotto la salute da valore costituzionale a nuovo capitolo di
bilancio”.