Ha fatto scalpore questa mattina l’annuncio di Guido Verdecchia delle sue dimissioni da Alternativa Popolare. Verdecchia infatti non era l’ultimo dei consiglieri ma il capogruppo del partito a palazzo Spada. Dimissioni destinate, quindi, a fare rumore quanto le motivazioni addotte, in base alle quali è privilegiato ” l’annuncio eclatante rispetto alla concreta realizzazione. Alla propaganda non segue un’azione amministrativa efficace”. Tanto fumo, poco arrosto, volgarmente tradotto. Ma la critica di Verdecchia è ancora più approfondita. Infatti denuncia il tradimento del patto elettorale con i cittadini sul recupero delle periferie “c’è un abbandono diffuso”, sostiene. Sulla line apolitica , ribadisce che “non si può governare contro qualcuno, contro la stampa, contro l’opposizione, contro chiunque esprima dissenso”. Infine, Alternativa Popolare, nata “di tradizione moderata”, oggi si assiste alla transizione in “Dimensione Bandecchi” che “si allontana da quegli ideali”.
DI GUIDO VERDECCHIA
Dopo una lunga e attenta riflessione e con un profondo senso di responsabilità verso il mandato che i cittadini mi hanno affidato, oggi, durante il Consiglio Comunale, ho comunicato la mia decisione di lasciare il gruppo di maggioranza di Alternativa Popolare e conseguentemente il ruolo di Capogruppo. Siederò nei banchi del Gruppo Misto.
La decisione di oggi giunge al termine di un lungo e responsabile tentativo di mediazione. Come Capogruppo, ho speso ogni energia in questi mesi per tentare, nelle sedi interne e con la massima lealtà, di sanare le divergenze e ricondurre l’azione amministrativa al programma originario e a un metodo collegiale.
Ho creduto fino all’ultimo nella possibilità di un confronto costruttivo. Ho lavorato e mediato per senso di responsabilità verso il progetto e verso gli elettori, sperando che le criticità che evidenziavo privatamente venissero ascoltate.
Oggi, però, devo prendere atto con rammarico che questo sforzo non è stato sufficiente. Continuare a mediare significherebbe avallare scelte e metodi in cui non mi riconosco più. La mia lealtà al mandato dei cittadini e alla mia coscienza è più forte dell’appartenenza a una maggioranza che ha smarrito la sua strada.
Il ‘metodo’ di governo che si è consolidato privilegia l’annuncio eclatante rispetto alla concreta realizzazione. Alla propaganda non segue un’azione amministrativa efficace. Questo modus operandi crea aspettative che vengono sistematicamente deluse e, cosa più grave, paralizza l’azione amministrativa. Gli esempi sono purtroppo molteplici e questi quelli emblematici:
Teatro Verdi: In campagna elettorale e nei primi mesi al governo della città, si è promesso di bloccare il cantiere per inseguire il sogno di un VERO TEATRO per la nostra città. Oggi, abbandonata silenziosamente quella promessa, si procede sul progetto ereditato, anche dopo la raccolta di 500 firme di cittadini ternani che chiedevano una rivisitazione del progetto che aumentasse la capienza del futuro teatro. Non regge neppure più la motivazione delle scadenze del PNRR, che oggi sono state ufficialmente posticipate rendendo possibile una concreta valutazione delle varianti.
Campo Scuola: Abbiamo assistito alla ostinata promessa dell’ottava corsia, un progetto poi di fatto naufragato.
Forno Crematorio: Il caso è emblematico. Un servizio dichiarato come imminente, il cui bando è stato bloccato dall’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) per ‘vizi di legalità’.
Mattatoio: Simile la confusione sul Mattatoio di cui, a oggi, non c’è traccia concreta, lasciando la città con un’altra bella promessa priva di un progetto ufficiale per realizzarla.
Questo scollamento è ancora più evidente quando si guarda fuori dal centro. Nel programma elettorale avevamo promesso la valorizzazione delle Periferie e delle Antiche Municipalità. La realtà oggi è un ‘abbandono diffuso: Collescipoli, Piediluco, Marmore, Papigno, Torre Orsina, Collestatte. Dalle promesse di grandi progetti alla ‘sordità’ di Palazzo Spada verso le richieste pratiche dei cittadini. La Valorizzazione di San Valentino, che doveva essere un pilastro della nostra azione, oggi rimane una chimera.
Altro aspetto che mi ha spinto a questa scelta è il progressivo deterioramento del clima istituzionale. Un’amministrazione non può governare ‘contro’ qualcuno: contro la stampa, contro l’opposizione, contro chiunque esprima dissenso, additando a turno il nemico sul quale concentrare le attenzioni.
Infine, vi è una ragione politica e di valori. Sono stato eletto in Alternativa Popolare, un partito di tradizione moderata. Oggi assistiamo a una transizione verso ‘Dimensione Bandecchi’, un movimento che nei fatti si allontana da quegli ideali.
Per queste ragioni, il mio percorso nella maggioranza termina qui. Continuerò a servire i cittadini dai banchi del Gruppo Misto, svolgendo un ruolo di controllo attento e di proposta costruttiva. Voterò ogni singolo provvedimento ‘nel merito’, sostenendo ciò che riterrò utile per Terni e opponendomi a ciò che danneggerà la città e la sua dignità istituzionale.














