Antonello Fiorucci sabato mattina, nel circolo Pd ‘Montani’ di via Eugenio Chiesa, ha presentato la propria candidatura e la mozione congressuale ‘Nativi Democratici’.
“L’orizzonte di “Nativi Democratici” va oltre il congresso, siamo liberi e non apparteniamo a nessuno, tantomeno a quelli che stanno facendo male a questa città “, ha detto tra le altre cose, Fiorucci.
Nuovo corso e impegno d’amore per Terni. In platea presenti ex amministratori del centrosinistra.
“Ci candidiamo – ha aggiunto Fiorucci – per proporre una nuova gestione per la città, il Pd al momento è solo amministrazione, nessun collegamento a livello più alto e nessuna capacità di progettare un futuro per i più giovani.
Nel giro di pochi anni se la visione della città non cambierà Terni diventerà un paese con meno di centomila abitanti.”
“Il PD a Terni ha amministrato “ordinariamente” – sostiene Fiorucci – la timidezza, il silenzio, l’immobilismo hanno impedito di promuovere e valorizzare le potenzialità e le intuizioni del nostro territorio. Lo hanno marginalizzato di fronte ai processi globali. Il Mondo è andato avanti, mentre la Città rimaneva ferma, immobile ed il livello della risposta della politica ha segnato il punto di separazione tra il successo e l’insuccesso del territorio. Il PD a livello nazionale ha fatto e fa politica, con i governi Letta, Renzi e Gentiloni, sul versante della stabilità dei conti, della lotta agli sprechi, della redistribuzione del reddito, delle riforme del mondo del lavoro e delle pubblica amministrazione, dei diritti civili, dell’ambiente e del territorio, dell’accoglienza e dell’integrazione, provando a cambiare il paese in profondità con il referendum. La timidezza e la debolezza dell’azione politica locale ha scollegato Terni dal processo nazionale, caratterizzandosi per percorsi conservativi di gestione e non di evoluzione e proposta politica.
Tale atteggiamento ha prodotto una crescente sfiducia sia verso il PD sia verso l’amministrazione alimentando una soffocante retorica del declino. E’ nostro dovere riscoprire la vocazione storica di Terni a sperimentare, a non subire passivamente i processi, ma ad esserne, in qualche maniera, avanguardia.”
“Dobbiamo innanzitutto elaborare un progetto di Città, un Progetto Terni 2030 – ribadisce Fiorucci – che sappia declinare fino in fondo le potenzialità della Città negli anni a venire, partendo dalla sua strategica funzione di cerniera tra i due mari e di ponte tra il Nord ed il Sud del Paese, fino all’elaborazione di una strategia industriale che nel rispetto delle produzioni tradizionali sappia mobilitare energie e risorse verso i prodotti a maggior valore aggiunto in grado di moltiplicare i benefici economici e sociali per il territorio. Dobbiamo prenderci cura delle persone, dei luoghi e delle esperienze, allargando lo sguardo verso orizzonti che mirino alla valorizzazione del patrimonio turistico e culturale che rappresentano una potenzialità enorme per il comprensorio, oggi largamente inespressa. Il fuoco è quello della sfida culturale del ripensamento complessivo del paradigma di sviluppo e di modello di città, mettendo in essere politiche di innovazione che hanno come approdo la frontiera avanzata dell’economia civile.”