C’era anche la Presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini, all’assemblea delle Aziende della Sezione territoriale di Terni di Confindustria, incentrata sulle “opportunità e responsabilità” per le imprese, derivanti dal riconoscimento da parte del Ministero dello Sviluppo economico, con decreto del 7 ottobre scorso, del territorio di 18 Comuni, con perno a Terni e Narni, quale area di crisi complessa e dal Programma di riconversione e riqualificazione industriale che definirà fabbisogni, settori verso cui orientare le azioni, strumentazione, risorse finanziarie, eventuali proposte normative e amministrative per semplificare le procedure e le modalità attuative. Presenti, oltre al Presidente della sezione ternana di Confindustria, Giammarco Urbani, anche Corrado Diotallevi, in rappresentanza di Invitalia (componente del Gruppo di coordinamento e controllo dell’area di crisi complessa), il direttore regionale alle Attività produttive della Regione Umbria Luigi Rossetti e il direttore generale di Sviluppumbria Mauro Agostini.
“Nel territorio dell’area complessa di Terni-Narni, che ha tra i suoi punti di forza quello di essere uno dei territori a maggior vocazione manifatturiera a livello nazionale – ha detto la Presidente Marini – ci sono le competenze, le risorse, le volontà per cogliere la sfida altissima che ci offre questo strumento per riaprire una nuova fase di sviluppo, competitività e crescita dell’occupazione. L’alleanza fra istituzioni e imprese – ha aggiunto – è strategica per costruire quelle nuove prospettive di crescita su medio e lungo periodo che lo strumento dell’area di crisi complessa mette a disposizione non attraverso una somma di incentivi a supporto degli investimenti delle imprese, ma con un approccio di sistema e la possibilità di cumulare ai finanziamenti regionali e nazionali ‘tradizionali’, quali quelli della legge 181/89, gli strumenti e le risorse del Piano nazionale Industria 4.0, in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e la competitività, in una fase in cui a livello nazionale si è tornati convintamente a sostenere le politiche industriali. Partiamo dai punti di forza e da quelli distintivi di questa area – ha proseguito la governatrice regionale – a cominciare dalla presenza del manifatturiero che ‘pesa’ per circa il 40%, il doppio rispetto alla media nazionale, con settori trainanti la siderurgia e la chimica. La caratterizzazione dell’area e la strumentazione che attiviamo sono il valore aggiunto su cui costruire il piano di riconversione e riqualificazione. Questo territorio, inoltre, si caratterizza per la forte presenza di imprese a capitale estero o multinazionali, strategiche anche per le piccole imprese”.
La presidente Marini si è soffermata sugli “assi” portanti per lo sviluppo, a partire dalla siderurgia le cui imprese “distribuiscono redditi che ricadono su circa 20mila persone” con la Regione “impegnata ad attivare strumento di sostegno agli investimenti sulle tematiche dell’efficienza energetica, della sostenibilità ambientale dei processi produttivi, per la realizzazione di infrastrutture e a favorire investimenti innovativi per la qualificazione dell’indotto”. Gli investimenti “per la sostenibilità ambientale e per l’innovazione saranno il filo conduttore per il futuro di questo territorio”, ha detto la presidente.
“Tra gli attori di questo percorso di crescita e occupazione – ha rilevato – dovrà esserci anche l’Università, centrale per alcuni investimenti strategici e per la riallocazione del bacino dei lavoratori che non necessariamente dispongono delle competenze necessarie”.
A giugno, secondo quanto indicato dal rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico Marco Calabrò, della Direzione generale per la politica industriale, è prevista la “call” per la presentazione di manifestazioni di interesse ad investire nell’area di crisi complessa. Una prima tappa, alla quale si dovrà arrivare “con progetti cantierabili e concreti”, per arrivare poi al definitivo Progetto di riconversione e riqualificazione industriale – per il quale è stato istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico il gruppo di Coordinamento e controllo di cui fanno parte istituzioni, rappresentanti delle associazioni di categoria e organizzazioni sindacali – e alla firma dell’Accordo di programma, con la pubblicazione dei primi bandi entro l’anno.
“Dobbiamo lavorare e correre – ha detto la presidente Marini – raccogliendo tutte le istanze del territorio. La Regione, in stretta collaborazione con Invitalia e attraverso Sviluppumbria, svolgerà un ruolo di animazione territoriale e promozione; inoltre, ferme restando le leggi in vigore, valuterà la possibilità di creare un percorso amministrativo dedicato per semplificare e accompagnare l’attuazione degli interventi”.
“Le imprese di Confindustria – ha specificato da parte sua il presidente Urbani – non intendono sottrarsi al loro ruolo di collaborazione con le istituzioni per individuare le vie di sviluppo di quest’area in cui operano oltre duecento imprese e sedici multinazionali, per il bene delle imprese stesse e del territorio”.