Sulla situazione dell’Ast di Terni, che tanta preoccupazione ha suscitato, interviene il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Marco Celestino Cecconi.
“Noi veniamo da lontano e abbiamo fatto tanta strada su questa vicenda. Nel 2014, quando eravamo in Consiglio Comunale dalla parte della minoranza, sollecitammo l’intervento della nostra leader nazionale Giorgia Meloni che venne subito a Terni per sostenere il nostro sforzo. C’era l’ennesima crisi, i licenziamenti, non avevamo ancora dimenticato la crisi del magnetico del 2005, anche li con la perdita di centinaia posti di lavoro. Nel 2014/2015 Giorgia Meloni accennò ad una nostra posizione, che in questo caso abbiamo immediatamente ripreso, della quale eravamo pienamente convinti, per la quale venimmo derisi dall’allora senatore Gianluca Rossi, da quella parte del PD che pensavamo fosse più vicina all’industria nazionale. Renzi disse ‘a noi non interessa chi compra il sito ternano, ci interessa che sia fatta una buona gestione’. Invece no, perché anche in quell’occasione, nel 2014, furono allontanati centinaia di nostri concittadini e soprattutto non si parlò di una questione centrale: l’acciaio inox si fa soltanto alle acciaierie di Terni. L’acciaio nero si fa anche in altre parti, a Taranto, a Genova.
La strategicita’ del sito ternano e ciò che si deve fare per una situazione di eccellenza, per le produzioni particolari di tutti i derivati che in questo Paese ‘trasformatore’, qualcuno ancora dice quinta potenza al mondo, tutte le lavorazioni dipendono da un prodotto speciale, dagli acciai speciali Terni. Noi dobbiamo fare in modo e maniera che intervenga lo Stato con il Fondo Strategico Nazionale o attraverso le formule che riterrà meglio. Anni fa c’erano le ‘golden share’ quantità minime di azioni che lo Stato conservava all’interno delle imprese per governare i processi, per gestire produzioni importanti e strategiche. Ci avrebbero dovuto garantire – Riva, Falk, Agarini, quelli che comprarono dall’IRI la minoranza delle quote del sito ternano, salvo poi rivenderle subito a Thyssen – la rappresentanza di queste piccole quote, ma non fu fatto. Guardiamo avanti: Fondo Strategico Nazionale, preservazione di un sito strategico che non venga inserito nella questione siderurgica nazionale, ma venga trattato come merita la questione Ast, Acciai Speciali Terni, per garantire al nostro Paese l’eccellenza delle produzioni ternane, una produzione strategica per tutta la Nazione, per tutto il nostro Paese”.