“In data 16 febbraio 2023 questo ufficio ha pertanto formulato una nuova richiesta di archiviazione”. Questo ufficio è la Procura della Repubblica di Terni con il facente funzioni Claudio Cicchella e la nuova richiesta di archiviazione riguarda l’inchiesta sulla scomparsa di Barbara Corvi. Lo ricordiamo, Barbara Corvi sparì dalla sua abitazione di Montecampano il 27 ottobre 2009. L’ultimo a vederla viva è stato il marito sulla cui figura si sono concentrate le indagini dei carabinieri di Amelia coordinate dalla Procura di Terni. La quale Procura già il 20 maggio 2015 aveva emesso un decreto di archiviazione non sussistendo elementi validi per arrivare a un presunto colpevole.
Nel 2020 tuttavia l’inchiesta viene riaperta e viene ascoltato un pentito di n’drangheta che si autoaccusa del delitto insieme ad altra persona.
Riaperta l’inchiesta sulla scomparsa di Barbara Corvi
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E si arriva a una svolta clamorosa qualche mese dopo, il 30 marzo 2021, quando viene arrestato il marito di Barbara Corvi, Roberto Lo Giudice
Terni: svolta nelle indagini sull’omicidio di Barbara Corvi, arrestato il marito
Ma il quadro accusatorio non regge il giudizio del Tribunale del Riesame che 23 giorni dopo ordina la scarcerazione di Roberto Lo Giudice.
Barbara Corvi: secondo il Tribunale del Riesame “non c’è certezza che sia deceduta, potrebbe essersi allontanata volontariamente, sospetti sull’amante”
La Procura di Terni ricorre contro questa decisione del Riesame ma il 1 ottobre 2021 la Corte di Cassazione respinge il ricorso della Procura ternana.
La Cassazione respinge il ricorso della Procura di Terni contro la libertà del marito di Barbara Corvi
LA PROCURA DI TERNI SI ARRENDE
“Gli sforzi istruttori condotti confermano le conclusioni già rassegnate in atti il 4 gennaio 2022 – si legge in una nota firmata dal procuratore Cicchella – anche all’esito degli approfondimenti istruttori disposti, il quadro indiziario non consente di ritenere, pur se letto congiuntamente con altri elementi emersi dall’ampia attività investigativa in relazione alla scomparsa di Barbara Corvi, la sussistenza nei confronti dell’indagato di gravi indizi di colpevolezza in ordine all’omicidio della moglie. Ne consegue che non si è formato un quadro indiziario idoneo a supportare una ragionevole prognosi di condanna”. E quindi non resta altro che l’archiviazione.
Roberto Lo Giudice si è sempre proclamato innocente.