Uno sguardo disincantato ed innamorato su Urbino da parte di una scrittrice, Biancamaria Diamanti, che è ternana davvero. E proprio lo sguardo ha dato il via alla pubblicazione “Archivi di Urbino” presentato nella città ducale solo qualche giorno fa a cura della Pro Loco in collaborazione con la rivista Vivarte, editrice del libro. In quell’occasione Giovanni Volponi, che ha coordinato, ha messo in evidenza l’importanza di alcune composizioni di poeti urbinati, Germana Duca, Maria Lenti e Umberto Piersanti, come testimonianza di memoria collettiva.
“Venire ad Urbino non è un viaggio qualsiasi, non è andare da un punto A ad un punto B, è percorrere le strade dell’anima, ricercare orizzonti naturali di boschi, di monti, di cieli. È, per me che sono umbra, cogliere nel tratto di strada che unisce le due regioni, quello che c’è di più autentico, di più sacro, di questo mio amore per Urbino. Federico nasce a Gubbio e ad Urbino erige la prova più alta del Rinascimento” da Archivi di Urbino.
Come in ogni viaggio che si rispetti, si scrivono note, descrizione di luoghi, appunti di giorni e di incontri, riflessioni e stati d’animo. Così nasce Archivi di Urbino, una raccolta di vivide impressioni, un riflesso dell’anima e delle emozioni nel patrimonio culturale che è tutta una città, una città in forma di Palazzo, Palazzo Ducale e tutto quanto intorno ad esso si raccogli. Situata tra il Colle e il Monte costringe a salite e discese, a vicoli scoscesi, a percorrere il camminamento delle mura lasciando spaziare lo sguardo in un infinito di colline e di monti segnati dall’ azzurro e dal rosso al tramonto.
Il Palazzo Ducale si eleva su tutta la città ma non la sovrasta. Dalla fitta rete di stradine, di vicoli, di piole e scalette, si gode lo spettacolo dei tetti, dei giardini arroccati in alto, ritagliati in spazi ristretti. Linee che si intersecano e realizzano un disegno magistrale che l’operosità dell’uomo ha eretto nel tempo e nello spazio.
Si assapora il silenzio allontanandosi dalla piazza, crocevia di abitanti, studenti e visitatori. Si gustano le mille sfumature del cielo, ora corrusco, ora d’oro che si riflette su mattoncini rosati delle case e dei palazzi. Nelle antiche chiese e negli artistici Oratorio trovano riposo le mura e lo spirito. Le strade riportano il profumo della buona crescita sfogliata.
In Urbino trovi un altrove che spalanca la porta del proprio essere e apre alla relazione sentimentale con il patrimonio culturale, patrimonio di umanità che coniuga il passato con il presente verso il futuro.