L’assessore alla cultura del comune di Terni Maurizio Cecconelli replica alle affermazioni rese dal geologo e conduttore Tv Mario Tozzi.
Questo il suo intervento
DI MAURIZIO CECCONELLI
Leggendo le dichiarazioni riportate dalla stampa da parte di Mario Tozzi, autorevole autore e conduttore televisivo, a margine della manifestazione Umbrialibri di cui è stato ospite, con le quali ha definito Terni una città ‘orribile’ e che avrebbe completamente perso la propria identità, ossia la vocazione operaia, mi sento di replicare un po’ sorpreso e un po’ dispiaciuto a tali affermazioni così stonate e, mi si permetta, che paiono decisamente superficiali.
Innanzitutto perché giudicare una città solo perché ‘ci si passa spesso’ non sembra essere un elemento di valutazione che possa consentire un giudizio critico sostenibile. In base a tale conoscenza può essere fatta solo una valutazione estetica attraversando strade e piazze, ma una città può essere giudicata solo conoscendone la storia, le tradizioni, la comunità, l’ambiente, perfino gli odori e i sapori; in pratica in qualche maniera vivendola e pur minimamente frequentandola. Altrimenti è come giudicare un libro dalla copertina o una pietanza dall’aspetto. Ma anche il presupposto iniziale che Terni avrebbe perso la sua identità, consistente nella sua vocazione operaia, non mi pare affatto condivisibile.
Terni vanta 2.700 anni di storia, è sorta prima dell’epoca romana quando era un importante centro e ve ne sono ancora tracce; è stata tappa dei più grandi esponenti della cultura europea nel periodo del Grand Tour; ha dato i natali a personaggi di livello assoluto nel campo della cultura e dell’arte e tutto ciò molto prima dello sviluppo industriale e della città della fabbrica. Voler ridurre la nostra cultura esclusivamente ad una cultura operaia, come se Terni fosse nata con l’acciaieria, è una forzatura e una visione miope che non corrisponde a realtà.
La Terni degli ultimi 140 anni è stata anche questo ma non solo questo; ma soprattutto, ribadisco, esisteva e aveva una sua anima anche prima del 1884. Anima che non è stata persa né cancellata dalla cultura operaia. E quindi quest’ultima non può essere il canone per caratterizzare la nostra identità. Altrimenti, per tornare al paragone precedente, è come se della copertina di quel libro non si fosse letta neanche la sinossi o della pietanza non si fosse sentito neanche l’odore.
Prima che da assessore parlo da cittadino che ha vissuto Terni sin dall’infanzia: é la mia città e ne vado orgoglioso, non per mero campanilismo, ma perché nel corso della mia vita ho avuto modo di viverla, conoscerla ed esplorarla in tutte le sue sfaccettature. Da assessore ho invece avuto modo di apprezzare e scoprire ancora di più la vivacità culturale che la anima e di lavorare a fianco delle tante eccellenze che alimentano questo settore, cercando di valorizzare quotidianamente i tanti patrimoni di cui disponiamo, da Carsulae a Piediluco, alla Cascata delle Marmore, con tutto ciò che essa rappresenta, agli scorci della nostra città. Luoghi che meritano rispetto e possono essere raccontati anche all’esterno. E non ci si dimentichi di San Valentino, di cui sono andato recentemente a parlare a New York, scoprendo quanto la sua figura sia conosciuta nel mondo e quanto il nostro territorio possa essere apprezzato ad ogni latitudine, trovando grande interesse e grandi riscontri, tanto che certamente avremo persone interessate a venire a visitare la nostra città dagli Usa.
Vi sono quindi delle grandi potenzialità che dispiacerebbe se dovessero essere frenate da giudizi affrettati, dati forse senza accurate valutazioni. Ma data l’autorevolezza di chi ha espresso certi commenti è evidente che ciò è frutto di un equivoco ed è conseguenza probabilmente della frettolosità con cui si vivono certe situazioni e si rilasciano certe affermazioni, anche da parte di chi per sua natura mostra grande capacità di approfondimento. Equivoco che quindi può essere superato solo invitando nuovamente il dottor Tozzi nella nostra città come gradito ospite al fine di illustrare quanto più possibile il nostro mondo e la nostra comunità e ragionare insieme sulla nostra identità e la nostra anima.