Nella seduta del 3 marzo scorso il consiglio comunale di Terni ha respinto i regolamento delle consulte di partecipazione territoriale ( dovrebbero prendere il posto, sostanzialmente, delle abolite circoscrizioni) con 13 voti contrari, 9 stensioni e un solo voto favorevole In precedenza il presidente del gruppo del Pd Andrea Cavicchioli era intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere l’astensione del suo gruppo in attesa di una proposta maggiormente condivisa.
La questione, dunque, ha provocato una spaccatura in seno al Partito Democratico. La segreteria comunale e i segretari dei circoli hanno stigmatizzato quanto avvenuto in consiglio comunale: “quando si discute della partecipazione e della inclusione dei cittadini nei processi decisionali e democratici, tanti sono bravi a parole, ma non tutti a fatti.La mancata approvazione del Regolamento delle Consulte Territoriali, presentato dal Gruppo Pd in Consiglio Comunale nel 2015, ne è una prova inconfutabile.Un atto, è doveroso ricordare – è scritto in una nota – che nacque fin dal 2013 nei Circoli del Partito Democratico insieme ai Segretari, agli iscritti, con il coinvolgimento di associazioni, che hanno portato il loro contributo con idee e proposte; un atto quindi che nasce dalla base, dalle periferie, dai quartieri che tanto necessitano di rappresentanza e ascolto.Il regolamento sorto da questo percorso, è stato integralmente inserito nel programma politico con il quale il Pd, insieme al Sindaco, hanno vinto le elezioni del 2014.Un Regolamento che invece da due anni è rimasto fermo in consiglio comunale, ritardando la realizzazione di un preciso impegno sottoscritto con gli elettori.Negli ultimi mesi, i Segretari di Circolo del Pd, che con passione ogni giorno si spendono nei territori, hanno sottoscritto due documenti attraverso i quali hanno sollecitato l’attuazione del progetto, per tornare a dare una rappresentanza ai cittadini sulla base dei diversi quartieri, e luoghi di aggregazione e confronto.Le minoranze, nonostante i diversi tentativi di dialogo della segreteria del Pd, per tentare di trovare un punto di equilibrio tra le diverse e plausibili posizioni, hanno deciso di convergere in un deciso diniego, compreso il Movimento 5 stelle, che continua strumentalmente a sviluppare una becera politica di denuncia, ma non ha voluto promuovere, insieme a noi, l’istituzione di strumenti che consentissero ai cittadini di passare dalle proteste alle proposte ed alla co-gestione.Nel frattempo, tuttavia, sono sorti comitati e gruppi di cittadini che autonomamente intendono organizzarsi per far sentire la loro presenza e le loro istanze.Il Pd intendeva ed intende dare voce a queste istanze, anche attraverso le Consulte Territoriali. Uno strumento inclusivo, aperto, a costo zero. Evidentemente, però, una parte minoritaria dei nostri rappresentanti non ha convenuto su questo; infatti, pur avendo aderito al Programma del Sindaco (tra l’altro firmando l’atto in questione) alcuni consiglieri del Pd si sono resi indisponibili, al pari della minoranza, a votare il Regolamento delle Consulte durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale, contro quindi lo stesso programma del Sindaco, contro il partito che li rappresenta, contro la proposta nata dai circoli nei quali sono iscritti.
Non rispettando gli impegni presi con gli elettori in campagna elettorale. Quanto accaduto finora non dovrà impedire l’istituzione di forme di rappresentanza territoriale già concretizzabili in questa consiliatura. Questo è l’impegno chiaro e deciso del Pd.”.
Uno dei consiglieri chiamati in causa, Michele Pennoni , ha replicato:”se vogliamo assicurare una partecipazione attiva e un coinvolgimento immediato dei cittadini, è d’obbligo partire da quanto è già in vigore, ad esempio, il regolamento sui Beni Comuni, con il quale, edifici pubblici, scuole, parchi, musei possono essere vissuti e gestiti da gruppi di cittadini e associazioni. Possibile che, nonostante la grande attenzione rivendicata, sia sfuggito che la mancata applicazione si è tradotta in mancata partecipazione concreta, effettiva, ampia, oppure per si intende un solo preciso modello che ha già mostrato tutte le sue lacune?” Secondo Pennoni, inoltre, Il PD è un partito “disorientato che mette all’indice i suoi rappresentanti, anzi solo alcuni, omettendo che nessuno, nemmeno chi compone la segreteria comunale, ha espresso un solo voto favorevole alla proposta sulle consulte.”
Immediata contro replica del segretario comunale, Jonathan Monti:”
L’intervento del consigliere Pennoni rafforza quanto affermato dal comunicato di ieri sulle consulte, e dimostra che l’unico disorientato (o quantomeno smemorato) è forse purtroppo lui, poiché PD, Circoli e Gruppo consiliare hanno ben chiara sia la rotta da percorrere, sia quella percorsa.
Questi i fatti – secondo Monti: per la mancata disponibilità di alcuni consiglieri a votare il regolamento, cosa che avrebbe impedito l’approvazione con il quorum qualificato previsto, il capogruppo Cavicchioli ha responsabilmente chiesto alla maggioranza di optare un voto tecnico di astensione, per poi annunciare la presentazione entro qualche settimana di un atto innovativo ed auspicabilmente maggiormente condiviso.
Purtroppo però, alcuni consiglieri (tra i quali Pennoni ?) hanno votato contro le indicazioni del capogruppo.
Quanto ai tanti temi citati dal consigliere per sviare l’argomento in questione, colpisce la citazione di area di crisi complessa, poiché molto ci sarebbe da dire su quanto ognuno si è speso per raggiungere questo fondamentale traguardo per la città: ricordo infatti che non tutti spingevamo con la stessa forza, anzi.
Senza scomodare il Presidente Kennedy, il tema rimane – conclude il segretario comunale del PD di Terni: il Pd ed i suoi eletti si sono presentati ai cittadini con un programma, all’interno del quale ci sono le consulte; innovare e modificare la proposta non è un problema, ma dire che è necessario qualcosa di nuovo parlando dell’universo mondo, senza però avanzare alcuna proposta, continua ad essere poco serio.”