Erano i primi anni Sessanta del Novecento quando Mario Ridolfi e Wolfango Frankl presero in mano la matita e progettarono le costruzioni che avrebbero dato nuovo lustro a quel comparto cittadino che comprendeva la chiesa di San Pietro, un tratto di corso Vecchio (corso Vittorio Emanuele) fino a via Carrara. Ed è di “marca” decisamente ridolfiana quel palazzo che si intravede sulla destra in una foto che ha provocato qualche dibattito su Facebook: si tratta della fotografia pubblicata da Terni in Rete a corredo di un articolo che ricorda i tempi dell’austerity, della crisi petrolifera del 1973 che secondo alcuni sarebbe “falsa”, trattandosi di una foto degli anni Quaranta. Ma Ridolfi non poteva certo progettare il piano di ricostruzione di una città che, all’inizio degli anni Quaranta, non era stata ancora distrutta dalle bombe come invece accadde successivamente quando gli ordigni caddero a grappoli proprio in quell’area, devastando tra l’altro la chiesa di San Lorenzo e il tanto decantato Teatro Verdi del Poletti.
Hanno arguito alcuni che a cavallo si andava negli anni Quaranta, quando in verità era la bicicletta il mezzo più usato specie in città, sena contare che c’erano anche allora moto, autobus e automobili. Comunque per la serie “a me non la si fa” c’è chi ha dedotto che quella fotografia è falsa. Invece quell’immagine fu colta al volo da Carlo Angeletti, storico fotoreporter ternano, scomparso troppo presto. E fu scattata nel 1973.
L’austerity del 1973 si caratterizzò per le domeniche senza automobili. Il disappunto per quella “privazione” lasciò praticamente subito spazio alla fantasia. E ci fu la gara da parte degli italiani a mostrare la propria originalità e la propria fantasia. Tirarono su dalla cantina vecchie biciclette, pattini e monopattini, tricicli; approntarono tandem “mostruosi” e mezzi di trasporto che avrebbero provocato, in tempi seriosi, il confinamento in manicomio dei loro inventori. E ci fu chi pensò di essere originale presentandosi “spavaldo a cavallo”, come cantava Gino Bramieri. A cavallo con la sella o col calessino.
Palazzo di Ridolfi a parte, un’occhiata alle insegne dei negozi già sarebbe indicativa e l’autobus che compare sulla destra, nelle sue linee di design, non sembra proprio degli anni Quaranta. C’è da aggiungere solo che in verità nella pubblicazione su Terni in Rete la foto è stata ristretta e l’autobus non compare.
Ciò che entra in ballo è,però, un’altra questione. L’errore e la disattenzione sono sempre in agguato, ma non si è abituati, a Terni in Rete, a prendere per il naso i lettori con notizie false. Quindi mai sarebbe stata indicata una falsa data su una testimonianza fotografica come quella che Carlo Angeletti scattò proprio nel 1973 per Il Messaggero, giornale per il quale aveva cominciato a lavorare nell’autunno del 1972. E non nel 1940, quando era ancora un bimbetto.