Dopo i premi a Cazzullo e Marrazzo, oggi il riconoscimento a Massimo Giletti. Pellerucci: “I giovani sono i veri emergenti, devono far emergere il meglio che hanno nel profondo”
“Non bisogna essere tifosi di un’idea, ma metterla in discussione.” Con queste parole, pronunciate da Piero Muscari, direttore artistico e founder del FEGE, si è aperto il Festival dell’Editoria e del Giornalismo Emergente, in corso in questi giorni di fine marzo a Terni. Un invito forte e chiaro a costruire un pensiero critico, libero dalle imposizioni di verità e dalle derive dell’informazione violenta.
FEGE è questo: uno spazio di confronto, crescita e ascolto, dove le idee non si impongono ma si mettono alla prova. In un tempo segnato da fake news e polarizzazioni, il festival rilancia l’importanza del dubbio, del dialogo e della profondità.
Dopo il conferimento del Premio Oliviero Beha ad Aldo Cazzullo e Piero Marrazzo, oggi – sabato 29 marzo – il festival è proseguito con l’ultima premiazione a Massimo Giletti.
Il festival è presieduto da Sauro Pellerucci, fondatore di Io Sono Una Persona Per Bene.
“Ho respirato entusiasmo sincero nei ragazzi, ho visto nei loro occhi la voglia di esserci, di capire, di contribuire. È questo che ci deve muovere: l’entusiasmo. Gli emergenti sono loro, i giovani pronti a far emergere ciò che di buono hanno nel profondo.”
Momento simbolico della giornata è stata la sua domanda rivolta agli studenti: “Chi conosce Enzo Tortora?” Nessuna mano si è alzata. Un silenzio che diventa occasione di riflessione sul valore della memoria, della giustizia e dell’informazione.
Uno spunto che ha ispirato anche l’intervento di Aldo Cazzullo, che ha catturato l’attenzione della platea con la potenza delle sue abilità comunicative, capaci di intrecciare profondità storica, rigore narrativo e passione civile.
FEGE, si concluderà domenica 30 marzo, con una mattinata finale al PalaSì! Di confronto fra cittadini e organizzatori per gettare le basi del lavoro verso la prossima edizione.