Il dolore composto dei genitori, della sorella, dei nonni di Catalin difronte a quella bara bianca ricoperta di rose bianche. La vita di Catalin si è spezzata troppo presto e questo è difficile da accettare. 19 anni un tempo troppo breve anche se, per chi crede, difronte si ha la vita eterna. Lo dirà don Luciano Flori che ha celebrato le esequie.
Nella chiesa di Borgo Bovio si sono celebrati nel pomeriggio i funerali di Catalin Iuoras morto nell’incidente di Montecastrilli di sabato mattina. In chiesa ci sono tantissimi giovani, i suoi amici. Si abbracciano forte, piangono. E’ soprattutto a loro che si rivolge don Luciano ricordando Catalin: “sentiranno un grande vuoto nel cuore che Catalin ha lasciato, mancheranno il suo sorriso, la sua allegria, la sua voglia di vivere.”
“Basta un po’ di disattenzione – ammonisce don Luciano – basta una scelta magari un po’ esagerata, basta che uno pensa che non può succedergli niente, basta poco, magari senza cattiveria, non con il desiderio di fare male … questo deve renderci responsabili – avverte don Luciano – perché la vita è così fragile, così seria che basta poco per distruggerla. Dio non vuole questo, la sua volontà è che noi possiamo vivere della felicità ma questo dipende dalla nostra capacità di vivere bene, con attenzione. Sembra che oggi la prudenza non vada più di moda, sembra che si debbano superare sempre i nostri limiti per vedere dove possiamo arrivare, non con cattiveria, questo è il dramma. Catalin è rimasto vittima, un po’, di queste situazioni.”
“Agli amici di Catalin dico – abbiate attenzione di curare la vita perché non succeda mai che un ragazzo debba lasciare in maniera così drammatica e improvvisa la vita terrena e questo dipende spesso dalle nostre scelte, dalla prudenza, dalla nostra attenzione.Dobbiamo essere più responsabili in quello che facciamo. Mi piacerebbe – conclude la sua omelia don Luciano – che questa lezione di Catalin un po’ la imparaste , che la sua morte non fosse vana, che imparassimo quanto importante e delicata è la vita e quanto basta poco per toglierla. Che di questo momento di dolore si faccia una lezione di vita, che imparaste che la vita va vissuta ma va vissuta bene e che la prudenza è parte fondamentale del nostro cammino terreno.”
L’appello accorato ai tanti giovani presenti dentro e fuori la chiesa è di non buttarsi via, di non buttare via la propria esistenza.
Gli occhi arrossati dal pianto, la ricerca di una spalla cui appoggiarsi, sono davvero distrutti dal dolore questi ragazzi. Increduli ancora per quanto accaduto a uno di loro. Alla fine circondano il feretro sul sagrato della chiesa quasi a non voler lasciare andare via quell’amico, tanto sfortunato. Tutti corrono ad abbracciare il padre, la madre, la sorella di Catalin. Lei commuove, porta sulle spalle, insieme agli amici, la bara del fratello.
L’addio a Catalin è davvero molto doloroso.