“Vogliamo smantellare il racket che si nasconde dietro parcheggiatori abusivi e accattoni molesti e allo stesso tempo garantire legalità e sicurezza ai cittadini, chi sostiene il contrario o non capisce la gravità della situazione o sta strumentalizzando la nostra azione politica”. Il consigliere comunale e regionale della Lega, Emanuele Fiorini, promotore dell’ordinanza anti accattonaggio emanata di recente dal sindaco di Terni, Leonardo Latini, risponde così alle critiche che da più parti si sono levate contro il provvedimento.
“Una città che vota Lega è una città che chiede misure decise per contrastare il degrado e l’illegalità – ha aggiunto Fiorini – voglio spiegare a chi ci attacca che l’ordinanza non punisce i poveri, gli ultimi o i bisognosi, persone verso le quali il Comune di Terni e il tessuto associativo e del volontariato cittadino riservano sempre grande attenzione, ma vuole colpire il racket che si nasconde dietro a parcheggiatori abusivi e accattoni molesti. Basta grattare la superficie per rendersi conto di alcuni particolari molto importanti, come, ad esempio, il fatto che gli stranieri all’esterno di bar o supermercati sono sempre gli stessi e che arrivano e se ne vanno sempre agli stessi orari, quasi ad eseguire un “orario lavorativo” ben preciso imposto da qualcuno. Stesso discorso per i parcheggiatori abusivi che a volte minacciano, inseguono, molestano verbalmente i cittadini e che, a fine giornata, si recano negli esercizi commerciali per cambiare oltre 70-80 euro in monete.
Tutto questo, a noi, non sembra normale. A qualcun altro, evidentemente, sì. L’ordinanza non piace agli ambienti di sinistra che finora hanno sempre tenuto un atteggiamento superficiale sul tema della sicurezza, troppo permissivo con le cooperative e indifferente di fronte al diffondersi dell’immigrazione irregolare sul territorio e non piace alla Cgil che attacca senza criterio un provvedimento, come quello contro l’accattonaggio, stravolgendone completamente il senso. La Lega è dalla parte della legalità e del decoro e mai potremo tollerare l’esistenza di un racket che sfrutta i più deboli, i poveri, quelle classi sociali che qualcuno, facendo finta di difendere, in realtà, penalizza. Un suggerimento ai cittadini che pensano di aiutare queste persone:offritegli del cibo, non del denaro. Chi è sfruttato dal racket, pur dichiarando di avere fame, accetta solo denaro”.