Il rilancio del’Italia dopo il covid sembra non prendere in considerazione l’Umbria, soprattutto Terni, per quanto riguarda la realizzazione delle Grandi Opere.
Nello stesso giorno sull’argomento si sono espressi il MOVIMENTO DEI 51 e CONFARTIGIANATO TERNI
IL DOCUMENTO DEL MOVIMENTO DEI 51
«In questo momento il governo nazionale non ha incluso l’area ternana tra quelle interessate dalle grandi opere strategiche sulle quali concentrare immediatamente e con strumenti straordinari le risorse del sistema-paese per avviare la ripresa. L’asse (ferroviario) Roma-Terni-Ancona è stato ignorato, a vantaggio di quelli Grosseto-Fano (stradale) e Roma-Pescara (ferroviario). Ad oggi l’Umbria è tagliata fuori ed in particolare tutta la sua parte meridionale. Al momento non è in agenda l’intervento per l’Alta Velocità di rete per la tratta Orte-Terni-Ancona. Ed invece dovrebbe esserlo, e con commissario, in modo da garantire la sua più rapida realizzazione.»
«La scelta annunciata dal governo è sbagliata ed estremamente dannosa non solo per Terni e per l’”Umbria Flaminia” (Narni-Terni-Spoleto-Foligno), ma per l’intero sistema che connette le aree urbane dell’Italia centrale con il corridoio adriatico. Infatti, le infrastrutture diventano moltiplicatrici di crescita e di sviluppo se potenziano assi territoriali socialmente ed economicamente dinamici, non se attraversano deserti. Tale semplice ragione avrebbe dovuto far sì che – per l’Italia centrale – la priorità fosse attribuita alla linea Roma-Terni-Foligno-Ancona e non ad altre tratte.»
«Questa sbagliata scelta del governo sta maturando nell’apparente silenzio delle istituzioni locali. Se non verrà immediatamente corretta – ed il tempo che resta per farlo è poco –, le ricadute negative per l’intero paese e per Terni saranno pesantissime: sia nell’immediato (si pensi alla perdita di valore delle acciaierie ternane appena messe sul mercato) che in prospettiva (intorno al 5% di crescita del PIL locale è stimato l’effetto virtuoso di un potenziamento del collegamento ferroviario quale quello che era in programma per la tratta Orte-Terni-Ancona). Questi effetti negativi saranno pagati prima dalle imprese, dai professionisti e dalle famiglie ternane e poi dall’intero paese.»
«La Roma-Terni-Ancona come tratta di interesse primario – italiano ed europeo – era presente sino a ieri nei programmi dei governi e negli studi dei tecnici. Qualcuno però l’ha cancellata dalla agenda. È urgente che la comunità ternana abbia piena coscienza della gravità di questa scelta e di questo momento e che le forze sociali, a partire da quelle politiche ed economiche, e gli amministratori cittadini e regionali, facciano di tutto per denunciare questa decisione sciagurata ed ottenerne la correzione.»
«In questo momento, forse, tutti possiamo comprendere un po’ meglio a cosa sarebbe servito aver avviato le pratiche per la costruzione di una “Grande Terni” (un unico comune da 150.000/180.000 abitanti), che è “nelle cose, ma non ancora nelle carte della burocrazia”. Quale ben diverso peso avrebbe avuto un attore come questo al tavolo delle trattative!»
IL DOCUMENTO DI CONFARTIGIANATO TERNI
Il decreto semplificazioni del Governo Conte approvato dal Consiglio dei Ministri la sera del 6 luglio individua nel “Programma nazionale delle riforme” all’interno del Documento “Italia Veloce” le infrastrutture prioritarie che saranno affidate a commissari per velocizzare l’iter di realizzazione.
E’ demoralizzante rilevare che mancano del tutto le opere che omogeneizzerebbero i territori dell’Umbria e che aprirebbero la nostra comunità ad un ruolo di cerniera.
Infatti i collegamenti tra i due mari nel centro Italia, che vengono elevati a valore strategico dal Governo Conte, sia su strada che su ferrovia vengono individuati su percorsi alternativi che aggirano la nostra regione: il Governo punta sul collegamento viario Grosseto- Fano e sul potenziamento della via Salaria Roma-San Benedetto del Tronto, in alternativa evidentemente alla Civitavecchia-Civitanova Marche (Ancona). Infatti, nessuna considerazione è stata data al tratto Terni Spoleto che completerebbe questa via di collegamento, di estrema importanza per la comunità regionale dell’Umbria.
Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari il Governo Conte ha scelto di potenziare la ferrovia Roma-Pescara, in evidente alternativa alla Roma-Ancona di cui avrebbe beneficiato il nostro territorio.
Ne emerge un quadro pesante per l’Umbria, ed ancor più per l’Umbria meridionale che beneficerebbe solo di riflesso delle opere del Lazio è in particolare del completamento del tratto viario Civitavecchia-Monte Romano, che però senza il potenziamento del tratto Terni-Spoleto finirebbe per omogeneizzare l’Umbria meridionale non con la settentrionale, ma con il Lazio e quindi proseguirebbe la disarticolazione del territorio regionale dell’Umbria.
Le scelte compiute dal Governo con il Decreto Semplificazioni dimenticano l’Umbria e rischiano di amplificare i problemi che discendono dall’Umbria a due velocità che è il risultato di decenni di politiche regionali miopi. Riteniamo che questo sia un tema particolarmente preoccupante per l’intera comunità umbra e invitiamo le istituzioni regionali a far sentire la voce degli umbri di fronte a queste decisioni del Governo che sono in grado di determinare andamenti economici negativi di lungo periodo per i nostri territori.