Con 18 voti a favore (per appello nominale) e 11 contrari, il Consiglio comunale ha approvato , questa sera, il piano di riequilibrio finanziario varato dalla giunta Di Girolamo per far fronte all’esposizione debitoria dell’ente.
“Il piano pluriennale di riequilibrio finanziario discusso dal consiglio comunale è la migliore soluzione possibile a una situazione difficile, è un atto di responsabilità in quanto non consegna il bilancio al commissariamento e all’inasprimento di tutte le aliquote e le imposizioni fiscali. Questa Amministrazione Comunale si è fatta carico di un percorso difficile, coraggioso ma che non va a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Nel dibattito in consiglio comunale abbiamo sentito tante critiche da parte delle opposizioni, ma nessuna, dico nessuna proposta alternativa”, ha detto l’assessore al Bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi.
“Il lavoro fatto in questi mesi – ha aggiunto l’assessore – è stato fatto con grande scrupolo e attenzione, facendo emergere tutte le criticità possibili che hanno radici lontane, e di fronte a questa situazione ci siamo rimboccati le maniche affrontando lo stato delle cose e soprattutto trovando delle soluzioni, mettendo in campo una manovra che va a risanare il quadro economico del Comune di Terni. Una manovra che segue una procedura prevista dalla legge, utilizzata da tanti altri comuni. Abbiamo bloccato i principali rubinetti di spesa che, occorre dirlo, fanno parte di un retaggio del passato e che hanno interessato tutte le amministrazioni, compresa quelle guidate dal sindaco Ciaurro. Sono due anni che stiamo affrontando questa situazione, il piano non potevamo farlo prima perché non conoscevamo la reale situazione finanziaria dell’Ente, in quanto non conoscevano gli effetti delle nuove regole contabili che solo per gli accantonamenti obbligatori hanno imposto per il 2016 fondi per oltre 14 milioni di euro. Potevamo mettere delle toppe, nascondere sotto il tappeto la polvere, vivacchiare dal punto di vista contabile fino alla fine della legislatura, ma – ha concluso Piacenti D’Ubaldi – abbiamo scelto la strada di affrontare il problema alla radice, assumendoci l’onere di consegnare alle future generazioni un Ente con un bilancio finalmente risanato. Siamo convinti che ciò ci verrà riconosciuto a tempo debito e non si illudano le opposizioni, i cittadini di Terni sapranno distinguere tra chi, per meri calcoli politici, ha giocato allo sfascio e chi invece si è fatto carico della buona amministrazione”.
Le opposizioni hanno eretto le barricate e sparato a raffica.
Secondo Franco Todini ” “non stiamo parlando di un piano di riequilibrio perché gran parte di esso riguarda i debiti fuori bilancio che però mancano di alcune caratteristiche essenziali: non si tratta di spese fatte per emergenze, ma di una pratica politica amministrativa di alterazione permanente di tutti i bilanci. Siamo dunque in presenza dell’ennesimo rivolgimento rispetto a responsabilità gravi, permanenti ricorrenti”.
Per Enrico Melasecche, l’assessore al Bilancio “offende l’intelligenza dei ternani.Ci vorrebbe prudenza soprattutto in una situazione delicata come l’attuale nella quale sono anche in corso delle indagini sull’esecutivo. Tutti avevano sollecitato l’assessore con atti d’indirizzo, non solo l’opposizione, ma perfino i gruppi di maggioranza. La verità è evidente, basta leggere quel che dicevano i revisori dei conti. C’è stato un malgoverno generalizzato a cominciare dalla gestione della macchina amministrativa, con assessori che trattano con i fornitori di servizi al posto dei dirigenti. I comuni che hanno chiesto il predissesto – ha aggiunto ancora Melasecche – sono 84 su 8000 e non si può certo parlare di una procedura generalizzata: la crisi di Terni deriva dunque tutta dalle scelte di questa amministrazione e delle precedenti di centro-sinistra, a partire dall’incapacità di riscuotere i crediti come quelli derivanti dalle contravvenzioni”.
Molto duro anche l’intervento di Valentina Pococacio che ha domandato:” “Come avete fatto a indebitarvi fino a tal punto e contemporaneamente a fallire dal punto di vista politico? Vi siete resi conto di quello che sta succedendo in città, sulle manutenzioni, sul decoro, sulla pulizia, sui servizi?”. “Avete prodotto solo opere incomplete con grande spreco di denaro pubblico, con l’università, con il Cmm, con la casa delle musiche, con la piattaforma logistica e ora non avete più soldi per il welfare. La gente sta male e gli rispondete con gli slogan. Fate un favore a questa città e andatevene”.
Paolo Crescimbeni ha parlato di “una discussione dai toni surreali: un’amministrazione che si vanta dell’operazione predissesto come se fosse un obiettivo raggiunto e dall’altra di una città che pone delle domande sui debiti, sugli sprechi che non trovano risposte”. “Questo piano di rientro tapperà forse i buchi ma non le buche in città; non c’è la benché minima traccia di politiche di rilancio. Occorrerebbe chiedere scusa alla città, che si trova sull’orlo di un abisso per colpa di scelte scellerate”. “Fino a quando – ha detto Crescimbeni citando Cicerone – quest’amministrazione intenderà abusare della pazienza dei ternani”.