Si è svolta oggi nella cornice della Centrale Idroelettrica ERG di Galleto la presentazione del focus dell’Osservatorio AUB dedicato alle principali sfide che le aziende familiari italiane devono raccogliere per rilanciare la competitività del nostro tessuto imprenditoriale. L’Osservatorio – promosso da AIdAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari), dal gruppo UniCredit e dalla Cattedra AIdAF-EY di Strategia delle aziende familiari dell’Università Bocconi, (da qui AUB) in collaborazione con Borsa Italiana – è nato nel 2009 ed ha l’obiettivo di monitorare le strutture di governance e le performance di tutte le aziende italiane a proprietà familiare che superano la soglia di fatturato dei 20 milioni di euro.
L’Osservatorio AUB monitora più di 15.700 aziende con fatturato superiore a 20 milioni di euro che contribuiscono a generare un fatturato di circa 2.000 miliardi di Euro e un valore aggiunto di 458 miliardi di Euro, impiegando 4,7 milioni di dipendenti (di cui 3,8 in Italia). Di queste, le aziende a controllo familiare sono 10.250 (pari al 65 %), e contribuiscono a generare un fatturato complessivo di 790 miliardi di euro. In termini di occupazione, impiegano 2,3 milioni di dipendenti nel mondo e 1,5 milioni in Italia.
Per quanto riguarda l’Umbria il numero complessivo delle aziende con fatturato superiore a 20 milioni di Euro si attesta a 193 con un fatturato complessivo di 14,3 miliardi di Euro. Di queste il 72% (139) è a conduzione familiare e genera un fatturato di oltre 6,5 miliardi di Euro (il 45,6% del totale). L’età media delle aziende è di 26 anni. Nel dettaglio il 14,4% delle aziende familiari umbre sono “molto giovani”, il 35,3% giovani, il 41,0% adulte e il 9,4% longeve. Dati che mostrano una maggiore presenza di aziende giovani o molto giovani rispetto alle aziende familiari nazionali monitorate dall’Osservatorio (49,7% vs 39,4%).
“Dai risultati del focus dell’Osservatorio AUB – ha commentato Guido Corbetta, titolare della cattedra AIdAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari dell’università Bocconi – emerge da un lato come i leader familiari abbiano performato bene nell’ultimo decennio, e dall’altro come la dotazione di competenze manageriali e qualificate sia stata un driver importante per avviare i percorsi di crescita per linee esterne e di internazionalizzazione. Percorsi di crescita oramai divenuti ineludibili per quelle aziende familiari che vogliono continuare a giocare un ruolo da protagonista anche nei prossimi anni, e l’apertura verso i non familiari può essere uno dei punti di forza per accelerare questi processi”.
Per quanto riguarda la crescita si evidenziano tre “sfide” principali: gli investimenti a supporto della crescita, gli investimenti diretti esteri e le operazioni di M&A.
Sul tema Edoardo Garrone, Presidente di ERG ha rilevato che “I dati dell’ultimo Osservatorio AUB evidenziano come le aziende familiari si affaccino ancora timidamente sul mercato dell’M&A. ERG rientra fra quel ristretto numero che sono in contro tendenza rispetto a questo fenomeno, infatti dal 2008 ad oggi il Gruppo ha realizzato acquisizioni per circa 3 miliardi di Euro. L’acquisizione del nucleo idroelettrico di Terni, di cui la centrale di Galleto fa parte, è stata un’operazione di grande rilevanza strategica che ha permesso di completare il radicale cambiamento del portafoglio di business del Gruppo che oggi si posiziona tra i primi operatori italiani nel settore delle rinnovabili. Inoltre la nostra storia imprenditoriale è costellata da numerosi accordi di JV, con operatori anche molto più grandi di noi, che ci hanno permesso di crescere nel business, ma anche di acquisire competenze e professionalità. La nostra esperienza dimostra, quindi, come anche per le aziende familiari ben strutturate, mi riferisco in particolare a regole di governance ben definite, le acquisizioni e le partnership rappresentino un valido strumento per raggiungere importanti traguardi imprenditoriali.”
Le aziende familiari crescono più delle altre, e per sostenere tale crescita hanno investito più delle altre. In termini di crescita i dati mostrano come nel periodo di osservazione (2007-14) le aziende familiari abbiano registrato un trend di crescita più elevato rispetto alle altre tipologie di aziende, almeno tra quelle di medie e grandi dimensioni. La politica di investimenti sembra essere stato un elemento determinante per realizzare un percorso di crescita profittevole: le aziende familiari hanno investito costantemente più delle altre, come dimostra la crescita media dell’Attivo Fisso Netto pari al 6% nel periodo 2009-2014 (contro il 2%, in media, delle altre tipologie di aziende).
Al convegno di Galleto era presente anche la presidente della giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini.
“Abbiamo ancora bisogno di imprese familiari, di aziende che non devono solo essere il segno di una prestigiosa storia del passato, ma anche e soprattutto un pezzo del futuro del nostro Paese – ha detto la Marini -Il futuro di una regione come l’Umbria può dipendere anche dal successo, dal coraggio e dalla capacità delle aziende familiari di raccogliere la sfida del futuro e dell’economia globalizzata”.
“Il compito delle politiche pubbliche – ha aggiunte la presidente – è quello appunto di sostenere le aziende, aiutarle a sviluppare i loro processi di internazionalizzazione, di innovazione, di ricerca. Perché aiutare le aziende a crescere significa aiutare la nostra economia a crescere, a creare posti di lavoro e un maggior benessere economico e sociale”.