“A Terni abbiamo trovato una situazione molto critica, con un sito da bonificare di cui, a distanza di quasi 20 anni dalla perimetrazione, non c’è ancora una fotografia completa rispetto alla natura e l’estensione delle contaminazioni. I controlli effettuati sugli stabilimenti industriali sono troppo pochi, anche a causa di carenze di organico di Arpa. Viste le numerose criticità dell’area, dedicheremo a Terni l’attenzione che merita. Torneremo la prossima settimana per altre audizioni, il faro sull’Umbria non si spegne”.
Questa la dichiarazione del presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate, Stefano Vignaroli.
Sono state rinviate alla prossima settimana le udizioni del sindaco di Terni, Leonardo Latini, del Presidente della provincia, Giampiero Lattanzi e dei dirigenti di AST ed ERG.
Oggi la commissione ha ascoltato il comandante del Carabinieri del Noe Francesco Motta e il comandante dei Carabinieri forestali Paolo Lepori, il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Terni Marco Stramaglia, il direttore di Arpa Umbria Walter Ganapini con i tecnici dell’agenzia, i rappresentanti delle società responsabili degli inceneritori Acea Ambiente e Terni Biomassa e della discarica le Crete, il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani.
Il contenuto del colloquio con il comandante Motta è stato in gran parte secretato. Da Arpa Umbria sono arrivate informazioni molto parziali sul SIN “dove alcune caratterizzazioni non sono state ancora effettuate o comunque portate a termine. Per questo motivo – hanno spiegato Ganapini e i tecnici di Arpa – ancora oggi non c’è un quadro completo della natura e dell’estensione delle contaminazioni, così che non è possibile dire in quali aree (escluso il 28% di territorio su cui il procedimento di bonifica si è concluso) siano necessari effettivamente interventi di rispristino ambientale. I tecnici di Arpa hanno riferito anche in merito ai controlli delle emissioni delle acciaierie Ast. Su circa 200 punti di emissione di Ast, secondo quanto riferito dai tecnici di Arpa oggi l’agenzia riesce a controllare non più di una decina di camini all’anno. I referenti Arpa hanno spiegato di non riuscire a fare di più a causa della carenza di organico.”
Altre audizioni sono state dedicate ai responsabili degli inceneritori di Terni, le società Terni Biomasse e Acea Ambiente. I rappresentanti delle due aziende hanno riferito in merito alle vicende giudiziarie che coinvolgono gli impianti.