L’Azienda Usl Umbria 2 aderisce al progetto “For.MIGRANTS – For.mazione e servizi per MIGliorare la Risposta degli Attori del territorio alle Necessità di Tutela della Salute dei rifugiati e richiedenti asilo”, volto a garantire una diffusa e funzionale conoscenza delle problematiche e delle opportunità in materia di salute tra i rifugiati e richiedenti asilo e tra gli operatori che a vario titolo intervengono nel processo di integrazione e assistenza.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra le due aziende sanitarie dell’Umbria – la Usl Umbria 1 è capofila del progetto – e l’Anci, Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia e si pone il triplice obiettivo di realizzare un percorso di formazione diffusa tra gli operatori sanitari, sociali e delle istituzioni territoriali coinvolte nel percorso di accoglienza; l’informazione dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale sui loro diritti in materia di salute; la creazione di staff multidisciplinari ultraspecialistici, di supporto ai servizi sanitari già esistenti in materia di sostegno ed intervento sui rifugiati e richiedenti asilo.
Un’attività ampia e diffusa, per mettere a disposizione di una vasta platea di operatori tutti gli strumenti conoscitivi per governare processi sempre più attuali che richiedono risposte di qualità efficaci ed efficienti, finanziata a valere sul bando FAMI – Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione relativa all’obiettivo specifico di “Potenziamento del sistema di prima e seconda accoglienza – Tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità” con fondi europei e del ministero dell’Interno.
“Con l’avvio dell’attività formativa del progetto ‘For.MIGRANTS’ – spiega il dirigente del servizio Formazione, Comunicazione e Relazioni Esterne della Usl Umbria 2 nonché Project Manager e responsabile scientifico e amministrativo del Progetto Alessandro Francia – contiamo di fornire ai dipendenti di questa Azienda degli strumenti conoscitivi che permettano di aumentare ed implementare le conoscenze e le competenze di ognuno relativamente alla promozione della salute dei rifugiati e dei richiedenti asilo nell’ambito di quello che è un globale potenziamento e miglioramento del sistema di accoglienza. Il Servizio Formazione della Usl Umbria 2, in concerto con la Direzione Aziendale, è riuscito nel completamento di tale proposta formativa, impegnando appieno tutte le risorse umane e tecnologiche disponibili”.
Il programma didattico è incentrato su sette grandi tematiche relative a “L’operatore socio-sanitario e le necessità assistenziali di tutela della salute dei rifugiati e richiedenti asilo”, “Le problematiche psicopatologiche delle donne migranti vittime di violenza”, “Principi e tecniche di nursing transculturale”, “Aspetti sociologici e psicologici dell’immigrazione”, “Introduzione alla mediazione culturale”, “L’assistenza sanitaria per le donne immigrate” e “Tecniche e strumenti di gestione delle relazioni interculturali”.
“L’Umbria è una regione con una forte tradizione solidaristica – afferma il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 Massimo De Fino – e dal punto di vista sanitario, è stata tra le primissime ad elaborare le procedure operative per l’assistenza sanitaria ai migranti e alla tutela della salute pubblica, per gestire con modalità omogenee le attività di accoglienza, di prevenzione e di assistenza sanitaria, in cui sono declinati i compiti di ciascuno. Con questo Progetto – prosegue il manager sanitario – intendiamo potenziare ulteriormente questo percorso finalizzato all’attuazione di servizi di accoglienza di persone vulnerabili e portatrici di esigenze particolari, quali ospiti dei centri di accoglienza, minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne in stato di gravidanza, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che abbiano subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali. In questo ambito la formazione delle nostre prime linee e un’articolazione diffusa e capillare di servizi dedicati risultano determinanti per abbattere le barriere linguistiche e culturali, fornire risposte qualificate e promuovere l’integrazione, assicurando ai cittadini provenienti da Paesi extracomunitari un effettivo e paritario godimento dei diritti, con particolare riferimento, per quanto riguarda il sistema sanitario regionale e le aziende territoriali, alle prestazioni sociali e sanitarie”.