Se ne andrà. A dispetto delle forze politiche della minoranza del comune ed anche dell’assessore Silvia Tiberti. La farmacia comunale di Narni non può più vivere nel centro storico altrimenti non avrà altra alternativa che la chiusura. Ormai la sua parabola è discendente per ragioni oggettive, che non si affrontano in maniera chiara. Se ne andrà, come ha deciso la giunta comunale, a Berardozzo, in un grande locale dopo che si era fatto “scippare” in maniera regolare dal negozio dei cinesi di uno spazio straordinario, proprio sopra il Superconti. Se ne andrà anche perché ormai una farmacia deve avere funzioni diverse da quelle di dare semplicemente una medicina al banco. In realtà la farmacia soffre perché mancano gli studi medici: vai a dire ai narnesi di entrare all’interno del Centro per farsi fare le ricette. Solo due medici hanno resistito ma non si sa per quanto. Di sicuro non ce ne saranno altri che vi arriveranno. L’idea originaria è stata di Marco Mercuri, il vicesindaco, nella passata consigliatura; all’epoca però a Narni c’erano almeno un paio di grandi elettori della sinistra che si erano opposti, senza mai specificare la ragione, se non quella generica della mancanza dei servizi: una farmacia rimarrà comunque a presidiare uno abitato di meno di duemila abitanti. E così Mercuri venne costretto a rinfoderare la sfida.
Ora la situazione sembra diversa: il centro ha meno potere di interdizione e la proposta Mercuri, ora riciclata da Tiberti, potrebbe anche essere approvata. Comunque per quella farmacia una soluzione deve essere trovata, anche se presenta un bilancio in attivo risicato: difficile che il comune ci metta dei soldi, non se lo potrebbe permettere e quindi non essendo possibile un rilancio, mancano i medici e quindi le ricette, può solo chiudere.
I gruppi della minoranza hanno però presentato una mozione che di seguito si può leggere:
“Apprendiamo dalla stampa che nelle intenzioni dell’assessore comunale, ai servizi sociali si torna a rilanciare un vecchio leit motiv che ha interessato già precedenti amministrazioni e discussioni: lo spostamento della farmacia comunale dal centro storico in altri locali ubicati in prossimità del bivio di Berardozzo.
L’operazione fu già in passato bocciata da una aspra e lunga discussione che coinvolse l’intero consiglio comunale, perché nel confronto c’era, e rimane, un tema di fondo, che non ha trovato ancora soluzione, ovvero quello dell’impoverimento dei servizi all’interno del Centro storico. Un centro che al di là del suo valore monumentale e turistico, non può più vedersi sottrarre servizi che sono indispensabili per mantenersi, sia per chi ci vive che per il ruolo sociale che riveste una città viva e funzionale tutto l’anno.
Non ci sembra che la Giunta comunale abbia mai presentato un piano organico di rilancio della Città storica intesa nella sua complementarità tra città turistica ma ancora città vissuta da residenti e fulcro amministrativo e sociale dell’intero territorio comunale.
Chiediamo quindi, innanzitutto, se la proposta è dell’intera maggioranza e quindi della Giunta oppure solo un’ennesima intemerata dell’assessore in vena di protagonismo.
Visto che nell’ ultimo bilancio in assestamento sono stati presentati i bilanci della farmacia comunale in attivo quale è la ratio per la quale proprio ora si decide per un suo spostamento?
Da quando afferma l’assessore, sembra già tutto deciso ma ci chiediamo, e chiediamo, quale sarà la nuova allocazione, la nuova attività, e chi la gestirà?
Come si intende sopperire all’ennesimo allontanamento di servizi dal centro dopo la perdita anche dell’ultima sportello bancario?
Dove è il piano di rilancio del centro storico?
Dove è la tanto promessa ubicazione di un polo multiservizi presso i locai ex Carit?
Una decisione di questa natura coinvolge di fatto il tessuto sociale e politico cittadino, non è una mera operazione commerciale ma questa amministrazione affronta questo tema come al solito attraverso una decisione non partecipata.
Chiediamo quando e come diverrà oggetto di valutazione da parte del consiglio comunale unico organo a nostro avviso deputato come gia in passato a prendere una decisone in merito alla vicenda.
Insomma questo presunto piano di “spostamento“, se esiste, chi lo ha visto? In quale cassetto è rimasto confinato? La città lo vuole sapere e soprattutto conoscere!
Non ci staremo all’ennesimo solo scippo perpetrato ai servizi del centro storico
Attendiamo risposte e soprattutto partecipazione.
Sergio Bruschini; Eleonora Pace; Gianni Daniele; Rebecca Poggiani