“Raccogliere e rilanciare la sfida” significa “ascoltare , aprirci a energie costruttive e positive” , significa “riaprire un dialogo con la città”, significa valorizzare ciò “che il PD spesso non vede”. Sono intenzioni contenute nella mozione presentata da Alessandro Pardini e che sarà votata dai Circoli del Partito Democratico che esprimeranno i delegati al congresso che eleggeranno il nuovo segretario comunale che succederà a Jonathan Monti. Colui che, quasi certamente, sarà il candidato sindaco del PD , alle amministrative, quando ci saranno.
Pardini può contare su un’alleanza ampia che poggia su ex Margherita, come Gianpiero Bocci, sottosegretario di governo, Eros Brega, consigliere regionale ed ex DS come il senatore Gianluca Rossi.
Al momento non risulta che il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, sia schierato con una delle 3 mozioni in campo.
Nero su bianco ecco i contenuti della mozione di Alessandro Pardini.
Siamo donne e uomini che vorrebbero rendere utile questo congresso per uscirne in
modo più avanzato di come ne siamo entrati, tutti, al di là del voto di ciascuno di noi.
Siamo convinti che, la sfida del Partito democratico è ancora incompiuta e, con
umiltà, ma anche con coraggio, non rinunciamo ad impegnarci per questo. Sappiamo
anche che le sole risposte utili sono quelle che propongono nuove domande, a noi
stessi come iscritti e come cittadini.
Raccogliere e rilanciare la sfida significa anche ricostruire un dialogo con la città,
esserne parte con la capacità di ascoltare e di aprirci alle energie costruttive e positive
che essa esprime e che troppo spesso il Pd non vede. Questo era e vogliamo che sia
ancora lo spirito che ha guidato prima l’intuizione dell’Ulivo e poi la nascita del
Partito Democratico, per l’apertura di una nuova fase anche attraverso la scelta del
prossimo segretario del Pd ternano, che ne sia interprete autorevole insieme ai suoi
iscritti e ai suoi elettori. La proposta che avanziamo di Alessandro Pardini nasce da
qui.
Questa mozione nasce da un’elaborazione da lui avanzata e condivisa con coloro che
la sottoscrivono, ma si mette a disposizione di un confronto con tutti, sia in questa
fase congressuale, che, aprendosi alla città, anche dopo i congressi, perché vogliamo
un Pd che riesca ad animarsi ed appassionarsi anche, e soprattutto, fuori dai percorsi
di voto interno.
La crisi dei partiti politici nel nostro Paese ha origini lontane, sicuramente
antecedenti il terremoto di Mani Pulite.
Tuttavia, solo molto recentemente, ha subito una forte accelerazione, un meccanismo
di vera e propria demonizzazione della forma partito, che ha coinvolto tutti gli strati
sociali; processo, questo, cui non sono esenti neppure gli stessi iscritti ai tanti partiti
politici ancora esistenti nel Paese.
Questa spirale di delegittimazione ha prodotto da una parte un diffuso, significativo e
preoccupante disinteresse per la politica, concretizzatosi da ultimo in un
astensionismo tanto esteso da rischiare di mettere in pericolo la stessa democrazia nel
nostro Paese.
Dall’altra parte, stiamo assistendo al proliferare di sigle e movimenti di diversa
estrazione, ma con una radice comune ben piantata nel populismo, che rischia di
trovare in Europa una cornice ancor più preoccupante.
Ridare forza ai partiti è quindi compito fondamentale di questa fase politica, processo
che però non può prescindere dalla trasformazione del partito da sovrastruttura
autoreferenziale quale è spesso ora, in un luogo di partecipazione, di confronto, di
elaborazione di idee e soluzioni ai tanti problemi del momento.
Per troppo tempo i partiti politici italiani, ed il PD ternano non ha fatto eccezione,
hanno smarrito il loro compito originario e sono diventati il luogo della gestione dei
poteri, dell’amministrazione non sempre efficace, oppure di soli meri momenti di
scontro, e troppo poco di confronto e di proposte.
Ora non è più possibile continuare su questa strada: il confronto con i nuovi
populismi sempre più aggressivi ed arroganti, obbliga tutti a praticare una politica
rinnovata, con partiti che rappresentino effettivamente uno “strumento” di
partecipazione aperta, di discussione, di elaborazione di idee, di proposte, di
soluzioni e di un agire sociale diffuso.
La politica, la Buona politica, è anche progetto, visione, messaggio, non si limita
all’oggi ma riesce ad avere una prospettiva di lungo periodo, con idee chiare e
progetti definiti. E soprattutto, si fonda sulla COMPETENZA.
Solamente mettendo in campo un di più di competenze, solo mediante lo studio
approfondito dei sistemi complessi che regolano il mondo moderno si possono
sconfiggere le soluzioni semplicistiche proposte dai movimenti populisti.
Competenza contrapposta a semplicizzazione: dobbiamo sapere opporre la
complessità delle analisi, la solidità di soluzioni articolate alla pochezza culturale
dello slogan.
Problemi complessi richiedono soluzioni complesse, non riassumibili né in uno
slogan né in un tweet.
IL PD A TERNI
Negli ultimi 15 anni si è assistito ad un lento declino della Città, il forte
ridimensionamento della presenza industriale, con la conseguente crisi
dell’occupazione, il rapporto difficile e mai completamente risolto con l’Università, il
degrado ambientale: questi, come altri momenti della vita cittadina, hanno visto un
Pd troppo spesso difensivo, non proiettato verso un approfondito tentativo di analisi,
di comprensione, tanto meno di elaborazione di soluzioni alternative che necessitano
di coraggio e determinazione.
Siamo stati, invece, spesso ripiegati in una gestione del giorno per giorno, anche se,
ne siamo pienamente consapevoli, gli ultimi otto anni, per chi governa le città , sono
stati i peggiori che abbiamo conosciuto a causa della drammatica crisi economica,
sociale e della finanza pubblica.
Riteniamo che occorra una maggiore attenzione al PD e una visione del futuro della
città, e non un avvitamento, a cui troppo spesso abbiamo assistito teso a controllare il
dibattito interno. Questo ci ha allontanati dalla città e dalle sue componenti più vive,
dal mondo dell’associazionismo, del volontariato, di una larga parte della cosiddetta
società civile, con il risultato che oggi, il partito appare isolato, muto, dilaniato al
proprio interno.
Il Pd non ha messo in campo una sufficiente capacità di leggere i processi che hanno
attraversato la nostra comunità e non è pertanto possibile nasconderne le
responsabilità, anche e soprattutto per ripensare il futuro.
C’è bisogno allora di un PD che si apre a tutti coloro che, animati da interessi
collettivi e non personali, capaci di apportare un di più di idee, di competenze, si
avvicinano, nella speranza di un partito decisamente più dinamico e rinnovato, in
grado oggi più di ieri, di interrogarsi, capire, affrontare le grandi evoluzioni del
mondo moderno.
Si abbattono oggi sulle città e sulle comunità in cui tutti noi viviamo, trasformando la
nostra quotidianità, modificazioni epocali, quali le migrazioni di intere popolazioni,
la trasformazione della forma lavoro, i cambiamenti climatici con i cataclismi che ne
derivano, il sempre più frequente stravolgimento dei rapporti interpersonali, che
talvolta sfocia in violenza, basti pensare alla tragedia diffusa della violenza verso le
donne, che destabilizzano anche i microcosmi famigliari per come li abbiamo fin qui
conosciuti.
Tutto ciò non è solo oggetto di seminari o studi di sociologia, è il nostro vivere
quotidiano. La crisi della società moderna incide pesantemente ogni giorno sul
nostro lavoro, sulle nostre famiglie, sulla nostra vita.
Sapere leggere questi fenomeni, provare a dare risposte vere, elaborate con
competenza, trovare la pazienza per analisi approfondite alla ricerca di soluzioni non
banali, anche percorrendo strade inedite nelle risposte da costruire, questo il compito
del nuovo PD ternano.
La crisi del modello industriale attorno al quale si era sviluppata l’intera economia
cittadina, ha segnato pesantemente questi ultimi anni.
Abbiamo assistito a processi di trasformazione del sistema produttivo ternano, ad un
ridimensionamento di asset industriali tradizionali, come quello che ha investito la
siderurgia con le più recenti evoluzioni dell’assetto proprietario dell’AST, e a grandi
e profonde trasformazioni come quelle che, in termini qualitativi hanno interessato la
chimica ternana, facendone, oggi, un punto avanzato della chimica innovativa e della
chimica verde. Siamo dentro un’evoluzione che non possiamo solo guardare inermi,
ma dobbiamo essere in grado di diventarne, come città, attori protagonisti, cogliendo
il sacrosanto allarme per le ricadute immediate, ma anche promuovendo una
riflessione molto seria sulle alternative occupazionali possibili in questo territorio a
cui tutti dobbiamo sentirci chiamati, politica e forze economiche e sociali.
Cultura, ambiente, innovazione del sistema produttivo, industria 4.0, sono le sfide che
devono essere al centro dell’attenzione del PD e le chiavi di lettura per immaginare il
futuro.
Gli spazi che la tecnologia moderna apre alle riconversioni di grandi distretti
industriali, sono ampi e soprattutto già altrove sperimentati, per questo varrebbe la
pena confrontarsi con eccellenze ed esperienze avanzate di valore internazionale,
aprendo un forum specifico su cui coinvolgere la città.
Di pari passo va un ripensamento della città come luogo dell’abitare in termini di
rigenerazione urbana: una città gentile, sorridente e accogliente, che, anche attraverso
una gestione moderna del ciclo dei rifiuti, un diverso e più consapevole utilizzo del
suolo, una umanizzazione del convivere, una reale integrazione condivisa e
partecipata del fenomeno migratorio, sappia ritrovare in fin dei conti la propria
ragion d’essere.
Va inoltre una volta per tutte anche ripreso il tema del rapporto tra Terni e Perugia,
senza il timore di rispolverare antichi ed anacronistici campanilismi, ma nella
consapevolezza che al territorio ternano competono finalmente quelle attenzioni, che
non sempre la Regione ha rivolto a questa parte dell’Umbria.
Un esempio su tutti: l’ospedale di Terni è il più vecchio di tutta la Regione, c’è
qualcuno che seriamente pensa che tra 10 anni quella struttura potrà essere ancora
utilizzata?
Terni sotto molto aspetti gode di una posizione strategica, molto più di altre realtà del
centro Italia, rispetto a Roma e in questo senso molto c’è da fare per implementare
sia sul piano infrastrutturale, che economico e culturale i rapporti con la Capitale.
Si tratta di un grande lavoro, ma soprattutto Terni ha bisogno di uscire dalla ristretta
dimensione cittadina, scrollarsi di dosso quel di più di provincialismo, che non è mai
stato una caratteristica della città nel passato, ma che ora rischia di soffocarla.
Ma per fare questo è indispensabile ricucire un rapporto stretto con tutte le altre realtà
della conca ternana, per fare sistema, per rendere l’intero territorio attraente per
imprese e turisti, mettendo in comune risorse, intelligenze, iniziative.
Diventa sempre più urgente riformare il modo in cui si amministra la cosa pubblica,
l’impegno in un serio lavoro di innovazione del welfare, dei servizi, della cultura: qui
occorre concentrare l’investimento per il futuro di Terni, iniziando da subito con
una nuova collaborazione fattiva con l’Amministrazione Comunale, a partire da un
forte impegno nel sostenere a raggiungere l’obiettivo del Piano Pluriennale di rientro.
Un gran impegno spetta al PD nei prossimi anni, solo un partito unito, libero da
guerre intestine, laboratorio e luogo di confronto di idee, di saperi, con una classe
dirigente rinnovata e motivata potrà esserne all’altezza.
Alternative non ne esistono, la sola vera alternativa è lasciare spazio al qualunquismo
sloganistico a tutto danno della città.