“In merito alle notizie relative all’iniziativa della Procura della Corte dei Conti dell’Umbria, che ha inviato a più soggetti “inviti a dedurre” per ciò che riguarda la gestione della società Umbria Mobilità, pur nel rispetto dell’azione della magistratura contabile, al fine di evitare strumentalizzazioni o distorte interpretazioni dei fatti oggetto di attività di indagine, si intendono precisare alcuni aspetti oggettivi ed inequivocabili.”
Inizia così un lungo comunicato della Regione, di precisazioni, dopo che “Il Messaggero” questa mattina ha pubblicato la notizia che la presidente Catiuscia Marini è destinataria, insieme ad altre 44 persone, di inviti a dedurre in merito alla situazione di Umbria Mobilità, da parte della Corte dei Conti che ipotizzerebbe un danno erariale di 45 milioni di euro.
“Va innanzitutto sottolineato – prosegue la nota della regione – che tale iniziativa sarà l’occasione per chiarire e distinguere definitivamente le responsabilità – ove vengano accertate – tra quanti, con la loro condotta, avrebbero contribuito a portare il sistema del trasporto pubblico locale regionale in una situazione di criticità finanziaria. Dunque, è auspicio della Regione Umbria che ciò avvenga al più presto, riservandosi ogni azione tesa al perseguimento delle eventuali responsabilità che dovessero emergere dall’indagine della Procura della Corte dei Conti.
Obiettivo unico e primario della Giunta regionale è stato sempre quello di agire responsabilmente nell’interesse della comunità regionale per tutelare il pubblico interesse rappresentato dal sistema trasportistico regionale che non è mai stato interrotto, oltre che mettere in atto tutte le iniziative tese a salvaguardare il patrimonio dei soci della società.
Si precisa poi che, da un punto di vista tecnico, la decisione di aumento di capitale della società effettuata dalla Regione Umbria era conforme sia alle norme nazionali che regionali.
Così come la stessa anticipazione di 17 milioni di euro, sempre a vantaggio della società Umbria Mobilità, è stata decisa con legge regionale approvata dall’Assemblea legislativa, e dunque la Giunta regionale si è limitata a dare attuazione al dispositivo di legge, che peraltro è risultata conforme alle verifiche sia da parte del Ministero dell’Economia e Finanze sia da parte della Corte costituzionale.”
“Vale la pena ricordare – precisa ancora la regione Umbria – che tali misure hanno consentito di salvare il posto di lavoro e il salario a più di mille lavoratori e di garantire un diritto ed un servizio pubblico primario ed essenziale, quale è quello del trasporto pubblico locale, anche in forza del fatto che tutti gli altri soci pubblici non hanno effettuato alcun aumento di capitale che pure avevano formalmente approvato e condiviso.
Inteso che in questi anni, inoltre, è stato effettuato un significativo lavoro di risanamento economico dell’azienda, con l’azzeramento di quasi tutte le garanzie e l’abbattimento significativo dell’indebitamento.
Nei prossimi mesi, altresì, l’attività di risanamento e razionalizzazione continuerà con l’attuazione del protocollo con Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana che prevede un deciso ammodernamento della infrastruttura ed il passaggio della rete ex FCU al servizio ferroviario nazionale.
Infine, dopo la recente nomina del dottor Ferruccio Bufaloni quale amministratore unico di Umbria Mobilità, verrà predisposto un piano per la restituzione della parte residua del “prestito” alla Regione, e l’avvio dei procedimenti per attivare le azioni per il recupero dei crediti che l’azienda vanta nei confronti del sistema di trasporto pubblico dell’Amministrazione comunale di Roma.”