Sono oltre 150 gli arresti effettuati, quintali di droga sequestrati per un valore di alcune decine di milioni di euro.
E’ questo il bilancio di una maxi operazione antidroga condotta dai carabinieri di Perugia, cui hanno preso parte organismi di polizia nazionali e internazionali, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Perugia ed Eurojust (agenzia europea contro la criminalità).
I particolari dell’operazione verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa convocata per questa mattina.
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E’ partita nel 2012 dal quartiere Fontivegge di Perugia l’operazione denominata “Domitia 2012”, condotta dai carabinieri del capoluogo umbro in sinergia tra la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Perugia, la Direzione centrale per i servizi antidroga e il Reparto del servizio centrale del Ros che ha portato a smantellare una maxi-organizzazione di trafficanti di droga a carattere transazionale.
Le indagini sono partite dall’arresto di 16 corrieri di cui 5 italiani, nell’ambito di controlli sugli spacciatori tunisini di piazza del Bacio, vicino alla stazione ferroviaria. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno ricostruito i canali di approvvigionamento della piazza di spaccio umbra e sono risaliti ai fornitori – un ivoriano e un nigeriano – che sono stati arrestati in flagranza di reato. I due, a loro volta, si rifornivano da un tanzaniano residente in Polonia, che conduceva una vita normale e non destava sospetti. Indagando su quest’uomo – impiegato in una società e sposato con una donna del posto – è stata portata alla luce una fitta rete di trafficanti che operavano in tutto il mondo per rifornire le piazze di spaccio europee, soprattutto italiane.
Ogni componente aveva compiti e funzioni. Poliglotti e acculturati, gli adepti erano, in genere, stabilmente occupati in altra attività con cui dissimulavano l’attività illecita. La droga prodotta in Laos, Pakistan e Cina, arrivava attraverso grossi carichi su navi nei Paesi di stoccaggio intermedi – prevalentemente Turchia – per poi raggiungere il Nord Europa con altri corrieri di varia nazionalità e infine, cambiando ancora mano, le piazze italiane, attraverso i mezzi più disparati. Gli stupefacenti venivano occultati in giacche di cotone, parastinchi, scarpe e soprattutto doppi fondi di zaini e trolley, confezionati da ‘cucitori’ pagati 1000 dollari americani per ogni valigia confezionata. La droga, inoltre, veniva resa refrattaria ai raggi X perché diventava integrante del bagaglio e resistente all’olfatto dei cani in quanto l’involucro veniva intriso di colla, di caffè , peperoncino e zenzero. L’attività investigativa, grazie alla sinergia tra la Direzione distrettuale antimafia e la Direzione centrale per i servizi antidroga, ha permesso nel tempo di portare a termine 105 operazioni in Italia e all’estero.
In tutto sono stati arrestati 144 corrieri e sequestrati 230 kg di eroina, 20 di cocaina, 15 di marijuana e 2 di mdma per un valore di circa 40 milioni di euro.
“Un’attività complessa, articolata e protratta nel tempo – ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri del capoluogo umbro Giovanni Fabi – che ha dato conto di un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti del tutto inedita, perché per lo più formata da cittadini provenienti dalla Tanzania. Il pregio di chi ha iniziato questa attività investigativa è stato quello di intercettare un’organizzazione che aveva dei tratti completamente inediti e di riuscire a documentare le modalità con cui questo traffico aveva luogo, dai posti di produzione della sostanza stupefacente a quelli di stoccaggio, dalle modalità di importazione fino a individuare le piazze di spaccio finali e quindi il destinatario finale di queste ingentissime quantità di sostanze stupefacenti”.
“Oggi si è messo il sigillo su un’operazione, ha affermato il procuratore della Repubblica reggente di Perugia Giuseppe Petrazzini, che si è sviluppata nel corso degli anni. Questo perché è stato necessario via via interrompere i divari fra flussi di stupefacenti, svariati quintali di eroina e cocaina, con un’attività che si è compiuta sottotraccia da parte dei carabinieri di Perugia. Naturalmente – ha spiegato Petrazzini – si è mirato a interrompere il flusso di stupefacenti che hanno attraversato diversi continenti e che vedevano l’Italia come uno dei terminali. Quindi un’attività onerosissima sotto il profilo sia personale che anche dei mezzi. A quanto ci risulta – ha affermato Petrazzini – l’etnia tanzaniana, almeno dal punto delle vista delle indagini a livello nazionale, non era dedita al traffico di sostanze stupefacenti, che di regola veniva riconosciuto e attribuito specificamente a diversa etnia. Tutto questo ci ha permesso di poter considerare come il traffico internazionale di stupefacenti non conosca distinzione di etnie di sorta”.
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Si è appreso che fra gli arrestati vi è anche una donna che è stata Miss Sudafrica.