Continua la stagione in sordina di Danilo Petrucci, che anche nel secondo appuntamento al Red Bull Ring (Spielberg, Austria) non regala un acuto ai suoi tifosi, finendo 11° dopo un’altra gara opaca.
In partenza il ternano, che scattava 11° grazie alla penalità inferta a Johann Zarco, ha perso quattro posizioni, ritrovandosi 15° alla fine della prima tornata. Da lì una lenta risalita, grazie a una bagarre con alcuni piloti blasonati, ma oggi in grande difficoltà, come le Yamaha Petronas di Franco Morbidelli (°) e Fabio Quartararo (13° alla bandiera a scacchi), e quella ufficiale di Maverick Viñales (poi ritirato), oltre che alla Honda di Alex Marquez (fratello del campione del mondo Marc, ancora assente a causa dell’infortunio) e l’Aprilia di Aleix Espargaro. Aver mancato ancora una volta la top ten è una delusione per il 29enne di Terni, che dovrà cercare di risollevarsi nella seconda parte della stagione per riprendere fiducia in vista del prossimo anno in Ktm, quando, con un solo anno di contratto, non potrà più sbagliare, se vuole rimanere in MotoGP.
Al termine della gara, Danilo ha spiegato così i suoi problemi: «Purtroppo sia nella prima che nella seconda parte della gara non sono riuscito a recuperare posizioni dopo la partenza, rimanendo attardato dietro ai miei avversari. Prima della bandiera rossa ero riuscito a trovare un buon ritmo per cercare di ricucire il distacco sul gruppo che mi precedeva, ma alla ripartenza non ho più ritrovato le stesse condizioni. Sarà importante nei prossimi GP riuscire finalmente ad ottenere un buon piazzamento in qualifica per poter fare la differenza durante i primi giri della gara».
In testa si consumano due gare diverse. La prima, dominata magistralmente da Joan Mir (Suzuki), è stata interrotta dopo 17 giri a causa dell’incidente di Maverick Viñales, che ha perso in rettilineo l’uso dei freni della sua Yamaha ed è stato costretto a lanciarsi dalla moto per evitare di impattare lui stesso con le barriere (concludendo così l’ennesima gara mediocre, in 13° posizione). Alla ripartenza, lo spagnolo della Suzuki non è stato così reattivo e si è fatto prendere in controtempo dalle Ktm di Pol Espargaro e Miguel Oliveira, e dalla Ducati Pramac di Jack Miller, che ha tentato il tutto per tutto correndo i 12 giri rimanenti con gomme morbide. Dopo una lotta tra Espargaro (3°) e l’australiano della Ducati (2°), alla fine è stato Oliveira a spuntarla all’ultima curva, grazie al lungo fatto dai due durante la bagarre. Dietro di loro un deluso Joan Mir (4°), che ha preceduto un inspiegabilmente incolore Dovizioso (solo 5° dopo la vittoria su questa stessa pista 7 giorni fa) e Alex Rins (6°).
Grande rammarico anche per il giapponese Takaaki Nakagami, 2° fino alla bandiera rossa e poi solo 7° al traguardo. Dietro di lui un anonimo Brad Binder (8°) e Valentino Rossi (9°), in difficoltà ma ancora una volta primo delle Yamaha. Più che merito del Dottore, però, il demerito è degli altri: quei giovani come Viñales e Quartararo (13° alla bandiera a scacchi) che dovrebbero lottare per il mondiale e che invece, quando le cose si complicano, prendono regolarmente paga dal 41enne italiano (così avviene, almeno, da tre gare consecutive!).
In un campionato strano, privo di un vero dominatore, la classifica riflette l’incostanza dei primi. In testa c’è ancora (non sa, forse, nemmeno lui come) Fabio Quartararo (70 punti), che però ormai ha solo 3 lunghezze di vantaggio rispetto al secondo, Andrea Dovizioso. Dietro di loro un redivivo Jack Miller, che grazie ai podi nelle ultime due gare su piazza terzo a quota 56 (-14 dalla vetta). Quarto Binder con 49 punti, davanti a Viñales (48), Nakagami (46) e Valentino Rossi (45). Due settimane di pausa attendono ora i piloti, che torneranno tra tre domeniche (il prossimo 13 Settembre) a Misano per il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini: un tempo sufficiente per i big (Dovi e Quartararo su tutti, ma anche il nostro Petrucci) per schiarirsi le idee e tornare con continuità a lottare per le posizioni che contano.
(Giulio Sacco)