La loro è davvero una sorta grama: a Narni vengono scacciati dai falchi e dalle poiane, appositamente “noleggiati” e così gli invadenti piccioni si rifugiano nelle campagne. Ma nemmeno lì sono ben accetti dal momento che si mangiano tutti i semi sparsi per la semina, al punto che la Regione Umbria ha messo in essere il Piano di Controllo “columba livia” proprio per combatterli. A difesa dei coltivatori, era scesa anche la Coldiretti, col suo presidente Albano Agabiti che aveva sollecitato proprio un intervento diretto. Dice Agabiti: “Un plauso alla Regione per la sensibilità dimostrata”.
Intanto i piccioni pian piano, stanno tornando all’interno del centro storico di Narni: i falchi e le poiane non sono sempre presenti e comunque non coprono l’intero territorio per cui gli uccelli si adattano in posti meno in vista, ricominciando le loro nefaste deiezioni. Quando poi saranno ricacciati via anche dalle campagne, si presume che tutto posso ritornare come prima. C’è anche da dire che l’unica azione definitiva è stata quella di qualche anno fa quando intere colonie furono catturate e portate via, verso la Romagna. In quel momento s’era davvero abbassato il numero dei volatili ma poi anche per l’opposizione degli animalisti, in poco tempo vennero colmati i vuoti. Questo tipo di azione è quella messa in atto a Venezia dove non si vede più nemmeno un piccione rispetto a quelli che invadevano Piazza San Marco. C’è anche chi sostiene che una azione di apposizione di dissuasori e di chiusura dei tanti buchi che si trovano sugli edifici, renderebbero la vita difficile scoraggiando i piccioni.