L’Italia è tra i Paesi più longevi in Europa e nel mondo. Se da una parte l’allungamento della vita media è il risultato di continui e importanti traguardi in campo diagnostico e terapeutico, dall’altra l’aumento del numero di anziani, che diventano i maggiori utilizzatori delle risorse sanitarie, impone un’attenzione crescente alla promozione di un invecchiamento sano e attivo e all’ottimizzazione delle opportunità di salute, di accesso equo alla prevenzione e alle cure, di partecipazione e sicurezza delle persone che invecchiano. Diventano quindi fondamentali le strategie di prevenzione e di contrasto alla fragilità.
“Con fragilità – spiega Marco Cristofori, responsabile della struttura dipartimentale di Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Azienda Usl Umbria 2 – si intende una condizione di maggiore vulnerabilità delle persone anziane. La fragilità, però, non è una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento ma è possibile prevenirla per promuovere una vita più sana e longeva”.
La Regione Umbria partecipa al progetto Europeo Joint Action Frailty che ha come obiettivo lo sviluppo delle migliori strategie per la diagnosi, l’assistenza e l’educazione alla fragilità, alla disabilità e alla multimorbilità.
L’indagine, nella quale l’Azienda Sanitaria è impegnata ed ha il coordinamento per l’Umbria, vede la partecipazione del distretto di Orvieto per la Usl 2 e del distretto Media Valle del Tevere per la Usl 1 e si concentra su uno dei fattori predittivi di vulnerabilità nell’anziano, riconosciuto in letteratura fra i più rilevanti, ovvero la sedentarietà.
Nell’ambito dello studio è stato sviluppato uno strumento di facile utilizzo per gli operatori socio-sanitari per identificare gli anziani a maggior rischio di fragilità a causa del loro scarso livello di attività fisica.
Lo strumento si basa su un questionario validato e utilizzato a livello internazionale per “misurare” l’attività fisica praticata dagli over 64enni e già utilizzato in Italia nel sistema di sorveglianza PASSI d’Argento. La sfida è sperimentarlo come uno strumento di “screening” di comunità, per individuare gli anziani a rischio di fragilità e indirizzarli a percorsi di promozione dell’attività fisica.
Il 4 febbraio a Roma, presso l’Istituto Superiore di Sanità – Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della salute, il dottor Marco Cristofori presenterà i risultati della sperimentazione nella regione Umbria mentre la dottoressa Erminia Battista della Usl Umbria 1 illustrerà una buona pratica.