Avreste mai detto che da una paio di jeans oppure da una borsa o da un tessuto potesse prendere forma una scarpa? No? E allora dovete ricredervi perché è quello che riesce a fare Luigi Carpinelli, non proprio lui, in verità, i collaboratori che lavorano con lui, esperti artigiani italiani che realizzano un prodotto di altissima qualità, sia nella manifattura che nei materiali, rendendo la sneaker una piccola opera d’arte nonché un pezzo unico. Sua è la brillante idea.
Scarpe che”viaggiano” per il mondo. Luigi, infatti, attraverso negozi di Malmoe (Svezia) e Copenaghen (Danimarca) le vende anche in Europa.
E proprio dalla Danimarca, in questi giorni, è arrivato un riconoscimento molto importante. Le scarpe italiane da materiale riciclato hanno vinto il “Denmark Prestige Awards” come Brand dell’anno per l’abbigliamento sostenibile.
“Tutto mi è venuto in mente pensando alla gente che buttava via capi di abbigliamento che non utilizzava più. Mi sono detto , possibile che non ci si possa realizzare qualche cosa con tutta questo materiale? E ho cominciato a fare degli esperimenti”. Indubbiamente tutto ciò ha un valore green, di sostenibilità, come certifica il premio danese, ma anche un valore affettivo. Magari un ricordo di un momento felice può essere legato a un capo di abbigliamento che si indossava. Perché buttarlo via e non riutilizzarlo, se si può fare?
“Noi – dice Luigi Carpinelli – creiamo da zero la scarpa, con un paio di pantaloni, un paio di jeans, una giacca, con tessuti da arredo. Tutto nasce da una mia idea di riciclo , il brand si chiama Ryc & Rich-Ycled”. E’ giustamente orgoglioso del premio e di quello che è riuscito a fare. “Da quel che so – dice – sono solo io , al mondo, a fare questo tipo di scarpe. Ed è pure difficile realizzarle perché non sono tanti gli artigiani in grado di fare una cosa simile.
Luigi ha un suo negozio anche a Terni, è “Barney’s”, in via Fratini. E’ la base del suo lavoro, dove tutto è nato. Dove si possono acquistare anche queste scarpe.
“Sono ormai 26 anni, dal 1994, che l’ho aperto mentre questo progetto del riciclo l’ho iniziato nel 2014, quasi per sfida. Prima vendendo qualche paia di scarpe in negozio, poi, cominciando a spedirle anche in America e in Asia. Quindi la vendita in Europa con i negozi in Svezia e Danimarca. E’ stato un mercato in crescita, in espansione fino alla diffusione della pandemia, ne abbiamo vendute tante”.
E’ un prodotto medio-alto. “La scarpa ha un plantare in silicone, anatomico, foderato in pelle, all’interno è tutta in pelle, è un gioiellino”. Il prezzo è adeguato alla qualità, dunque medio alto, sopra le 200 euro.
Le scarpe Luigi le realizza anche con materiale non riciclato. Se per esempio ad una ragazza , una donna, piace una borsa e con quella borsa vuol farci le scarpe, ci fa le scarpe. Anche un semplice pezzo di stoffa, resistente però, anche con quello ci si può fare un paio di scarpe. “Noi utilizziamo molto i damascati, più particolari, che sono ignifughi, resistenti al lavaggio. La mia scarpa la butti in lavatrice, la lavi, rimetti il plantare e vai. Per il fondo utilizziamo Vibram, che è di qualità ottima”.
Un’idea, un concetto, nati e sviluppati a Terni, esportati nel mondo.